mercoledì 13 gennaio 2010

Bondi, rispondi

«A Craxi si intitoli la prima fermata della linea 6 del metrò, a memoria di quello che poteva essere e non è stato: per ricordare ai milanesi cosa è significato il craxismo, quando costruire il metrò ci è costato il doppio di adesso. Se non fosse passato il craxismo oggi avremmo già 6 linee della metropolitana invece che 3. Non è tempo nè modo di ricordare Craxi proprio nel momento in cui si sta preparando un bilancio di lacrime e sangue, visto che l’epoca craxiana è quella più scialacquatrice che si ricordi. Ai tempi di Craxi per costruire il metrò si è speso il doppio di quanto serve ora. Allora si intitoli a Craxi la prima fermata della nuova linea 6, a ricordo di quello che è stata l’epoca craxiana». Chi può avere pronunciato queste parole? Il solito Antonio Di Pietro? Marco Travaglio? Michele Santoro?

Tranquilli, nessuno di questi seminatori d’odio oggi ha profanato la memoria del grande statista. Il giustizialista che ha detto queste parole è infatti Matteo Salvini, europarlamentare e consigliere comunale a Milano per la Lega, quello beccato il 7 luglio ha intonare il coro da stadio «senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani: son colerosi e terremotati; col sapone non vi siete mai lavati...».


Ora ci aspettiamo la pronta reazione di Sandro Bondi, l’attuale ministro dei Beni e delle Attività culturali. Quello che, quando il leader Idv disse che nella targa per Craxi bisognava scrivere che era un «politico, corrotto e latitante», balzò sulla sedia, prese il primo giornalista-zerbino prono a raccogliere la sua fondamentale dichiarazione al riguardo, sobria come sempre, e disse che «non ci sono più parole ormai per qualificare, stigmatizzare e polemizzare con un uomo che fa della provocazione, dell’insulto, della volgarità il suo programma politico». Caro Bondi, aspettiamo fiduciosi la tua risposta a Salvini.

pubblicato il 12/01/2010 da AB su Bile

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