giovedì 14 gennaio 2010

Il governo colpisce Murdoch e inventa lo sceriffo di internet

Il Garante delle Comunicazioni dovrà vigilare sul rispetto delle regole sul diritto d’autore nel web. E i prodotti informativi della rete dovranno rettificare le notizie sbagliate come il tg1 o il tg5. Mentre per Sky arriva il taglio della pubblicità.

Lo scrive Aldo Fontanarosa su Repubblica di oggi: il decreto di Natale famoso per aver tagliato la pubblicità a Sky, imponendo un tetto per la raccolta che in teoria vale per tutti, visto che è applicato sia sul digitale che sul satellite, ma in pratica colpisce soltanto l’emittente di Murdoch, contiene anche qualche norma pensata ad hoc per il web. Tanto per gradire.


GOVERNO CONTRO SKY – Gina Nieri di Mediaset aveva detto che la legge non era un favore al Biscione: “La riduzione progressiva del limite di affollamento orario degli spot per la pay tv colpisce noi come Sky: non è che non risentiamo di questa misura perché siamo l’azienda del presidente del Consiglio”. Il taglio riguarda infatti anche le attività pay di Mediaset, “un elemento in forte crescita nel nostro gruppo”- dichiarava al Giornale. Un’interpretazione contestata da Roberto Rao (Udc), della Vigilanza Rai: “Il governo si conferma più impegnato a porre dei freni all’espansione di concorrenti dell’attuale assetto Rai-Mediaset, piuttosto che attuare i meccanismi di contrasto all’evasione del canone del servizio pubblico. Il tetto pubblicitario alla raccolta delle pay tv serve a limitare Sky e seppure formalmente interessa anche la pay di mediaset, è pur vero che questa ancora non raggiunge neanche la quota del 12% della pubblicità e quindi non ne viene danneggiata”. Una nuova legge a favore del duopolio RaiSet? “Non lo so. Quel che è certo è che la Rai con queste norme non ci guadagna nulla, mentre invece il resto del gruppo Mediaset potrà giovarsene, e di molto. Il governo in aula ha accolto un mio ordine del giorno teso ad agganciare il canone Rai alle bollette energetiche. Alla ripresa dei lavori, vedremo se la maggioranza sarà capace di passare dalle parole ai fatti, oppure proseguirà nella politica di interventi tesi solo a contrastare gli avversari dell’attuale quadro televisivo”.


GOVERNO CONTRO INTERNET - Nell’articolo di Fontanarosa si segnala invece che il Garante dovrà controllare che i siti della Rete rispettino per davvero le regole sul diritto d’autore. Nel 2010, dunque, mettere lo spezzone di una partita o di un film su Youtube potrà comportare richiami e sanzioni. Il Garante ricava questo ruolo di sentinella del Web dal decreto legislativo del governo sulla tv e Internet che ieri è arrivato in Parlamento per ricevere un parere (non vincolante) dai senatori e, a seguire, anche dei deputati. “Il senatore Vincenzo Vita (Pd) e il deputato Giulietti (portavoce di Articolo 21) hanno passato ai raggi X il testo e si sono accorti di qualche indigesta novità sfuggita a Natale – scrive Repubblica Il decreto, intanto, mette sullo stesso piano la televisione classica e la televisione via Internet (Ip Tv, web Tv, mobile Tv. Subito dopo, il testo assegna al Garante questo compito di vigilanza diretta sulle lesioni al diritto di autore in Rete. Infine stabilisce che i telegiornali e gli altri prodotti informativi di Internet dovranno rettificare notizie sbagliate nelle modalità che investono oggi un Tg1 o un Tg5“. Anche il deputato Paolo Gentiloni (Pd) sottolinea le sorprese contenute nel decreto: il taglio della pubblicità a Sky che coincide con un aumento degli spot sulle reti private gratuite (come Mediaset); i minori sostegni al produttori indipendenti di film e fiction; le nuove norme antitrust (che impediscono ogni azione contro Mediaset, malgrado abbia moltiplicato i suoi canali grazie al digitale terrestre). Oggi alle 13 Pd, Udc e Italia dei Valori terranno una conferenza stampa contro il decreto. Ma è difficile che l’esecutivo cambi le sue intenzioni. La patata bollente passa al Parlamento.

pubblicato il 14 gennaio 2010 da Dario Ferri su Giornalettismo

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