venerdì 15 gennaio 2010

Numeri

L’Istat ha pubblicato giusto ieri un resoconto statistico “per capire il Paese in cui viviamo” (così sta scritto nel titolo).
E’ interessante, perché smentisce alcuni luoghi comuni.


Gli stranieri residenti in Italia nel 2009 erano 3.891.295, ossia il 6.5% della popolazione totale. Tanti, pochi? Diciamo che in Spagna sono l’11.6%, in Germania l’8.8%, in Regno Unito il 6.6%, in Francia il 5.7%. Dalle statistiche mancano i clandestini, è vero, ma mancano pure negli altri Paesi e, secondo l’Ocse, il fenomeno è più o meno analogo in proporzione anche altrove.

Ma il dato più interessante è un altro. La comunità straniera più presente (circa 800mila persone) è quella romena, con il 20.5% sul totale; poi l’albanese con l’11.3%, la marocchina (10.4%), la cinese (il 4.4%), l’ucraina (il 4.0%), la filippina (il 2.9%), la tunisina, la polacca, l’indiana, la moldava. Il dato che colpisce è che di queste dieci comunità più numerose, solamente in due la religione nettamente prevalente è quella musulmana e comunque il loro numero complessivo non è così esagerato. Forse quando parliamo di immigrazione e la riduciamo alla religione musulmana e ai problemi che essa pone in termini di integrazione multiculturale dovremmo pensarci un po’, guardare prima queste cifre.



Poi c’è il dato sulla spesa sociale. Si intende con essa l’insieme dei costi “a carico di organismi pubblici o privati per gli interventi intesi a sollevare le famiglie dall’insorgere di rischi o bisogni” in assenza di contropartite come polizze assicurative. Nel 2006, ultimo dato comparabile con la Ue, l’Italia spendeva 6.689 euro per abitante, contro i 9.078 della Francia, gli 8.317 del Regno Unito, gli 8.088 della Germania. Il dato è ancor più inquietante se si pensa che metà di quei soldi sono destinati alle pensioni di vecchiaia e solo le briciole spettano alla disoccupazione (il 2.3% nel 2008, anno in cui è esplosa la peggior crisi economica dal dopoguerra), alla famiglia, maternità e infanzia (il 4.6%), all’invalidità (il 5.9%).
In Italia la spesa sanitaria pubblica (espressa in dollari per abitante in parità di potere d’acquisto) è di 2.056 dollari pro capite, contro i 2.844 della Francia, i 2.758 della Germania, i 2.446 del Regno Unito.
Soltanto il 44% dei Comuni italiani ha attivato servizi per l’infanzia (asili nido, più che altro).

pubblicato il 13 gennaio 2010 su nonunacosaseria



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