lunedì 7 dicembre 2009

Galli da salotto

Il problema è che sono ancora avvolti nei fumi della più polverosa politologia da salotto.


No, dico: anche ottime persone come Ernesto Galli Della Loggia sono qui, nel 2010, a ragionare ancora con i modelli che gli hanno insegnato da ragazzi, e il Sacro Graal del «centro» da inseguire per conquistare i consensi, le alchimie delle percentuali da assommare, dei rischi del massimalismo radicale, e così via, in un’infinita ripetizione di vecchi luoghi comuni meccanici.
Bah.

Per capire quanto sia stata “massimalista” e “radicale” la manifestazione del 5 dicembre Galli della Loggia potrebbe utilmente leggersi l’ultimo numero dell’Economist e scoprirebbe con sorpresa che lì ci sono scritte le stesse cose che sono state dette in piazza San Giovanni sabato.
Massimalisti? Estremisti? Forcaioli? O siamo noi qui in Italia a essere scivolati così tanto da prendere per estremiste parole di banale buon senso civile?
Ma, soprattutto, a Galli Della Loggia basterebbe ricordare che a Obama, quando si è candidato, dicevano esattamente le stesse cose: che era un estremista, un massimalista, un socialista, incapace di amalgamare quel centro attorno al quale si vincono le elezioni.
Non è andata così, perché quegli schemi sono saltati, anche se Galli Della Loggia e Pierluigi Bersani non se ne sono accorti.
E oggi non si vince inseguendo le alchimie del centro o avvinghiandosi agli schematismi del passato, ma proponendo un modello forte e lineare di futuro.
In fondo, per capirlo, basterebbe liberarsi dalle proprie ortodossie ventennali. Dev’essere questo il difficile.

via Piovono Rane

***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!

1 commenti:

Cassandra testarda ha detto...

Anch'io sono rimasta colpita dalla banalità,e,forse anche dalla malafede o dalla carità pelosa, dei consigli e delle ricette che Galli della Loggia (e dietro di lui il Corriere di Marina Berlusconi) pretende (o pretendono)di regalare al PD , a Bersani e all'opposizione in genere. Lui, e loro, vogliono un PD che sia come un PDL senza elle, una sinistra che copi la destra, avvalorando la tesi che si possa costruire un'alternativa vincente solo proponendo il pan pagnato al posto della zuppa.
Spero ovviamente che Bersani non prenda sul serio questi consigli.
http://cassandralg.blogspot.com

Posta un commento