martedì 15 dicembre 2009

Aggressione a Berlusconi. Radio Padania, "Menare i ragazzi dei centri sociali per dare l'esempio"



Lunedì. Primo pomeriggio. A Radio Padania sono convinti che l’aggressione di ieri al premier sia il frutto di un clima d’odio che mira a Berlusconi per colpire la Lega. Ed il consueto palinsesto viene modificato per lasciar spazio ad un'esamina degli atti violenti di cui i militanti leghisti sarebbero stati vittime negli ultimi anni.

Quando gli ascoltatori vengono invitati ad intervenire in diretta, giunge una telefonata che, giusto per gettare acqua sul fuoco, propone di sfruttare il momento favorevole (Maroni al ministero dell’Interno) per "mettere le mani addosso ai ragazzi dei centri sociali e fargli male, per dare l’esempio".



La telefonata s’interrompe bruscamente. Un po’ di buonsenso avrà portato il regista a staccare la linea? Macché. "La telefonata purtroppo è caduta", si lamenta il conduttore. Che non sente il dovere di spendere nemmeno una parola di deplorazione, ma che anzi si compiace di come il senso dell’intervento si sia comunque potuto cogliere.

... Radio Padania Libera, ovvero l’emittente di un partito di governo. Il tutto mentre gli esponenti della maggioranza giocano a recitare il ruolo delle carmelitane scalze a fronte di una "opposizione sobillatrice d’odio".

via Daniele Sensi

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2 commenti:

Alessio ha detto...

Ciao. Sono il conduttore della trasmissione in questione e vorrei farti presente che durante la stessa ho più volte spiegato in modo chiaro ed inequivocabile che a mio avviso l'unica risposta a chi fomenta il clima di tensione è lavorare per incrementare la forza elettorale della Lega Nord, non certo usare la violenza. Puoi non essere d'accordo, ma ti ricordo che la diffamazione è un reato.

mala_tempora ha detto...

Gentile Alessio, se dai un'occhiata all'articolo, noterai che in fondo c'è scritto "via Daniele Sensi". Cliccando su Daniele Sensi troverai la fonte dell'articolo che ho riportato integralmente: scrivi pure a lui! Se troverò una sua smentita nei prossimi giorni, la condividerò volentieri con i miei lettori.
Ad ogni modo, sarebbe di utilità pubblica se durante la tua trasmissione spiegassi ai tuoi ascoltatori in che modo si può dire che Bossi non fomentava odio e violenza quando annunciava “300 uomini armati dalle valli della Bergamasca”, minacciava di “oliare i kalashnikov” e “drizzare la schiena” a un pm poliomielitico, sventolava “fucili e mitra”, organizzava bande paramilitari di camicie verdi e ronde padane perché “siamo veloci di mano e di pallottole che da noi costano 300 lire”.
Saluti

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