sabato 31 ottobre 2009

Gasparri, i trans e il fratello generale


«Il primo che scrive una riga fuori posto lo trascino in tribunale», ha detto Maurizio Gasparri smentendo preventivamente quello che nessuno aveva ancora scritto sulle sue presunte frequentazioni di viados.

Un buon sistema, quello della smentita preventiva con minaccia di azione giudiziaria annessa: mai come in questi tempi gli editori sono preoccupati dalle cause – specie quelle civili – che rischiano di comprometterne i già fragili bilanci.

Vediamo allora di scrivere qualche riga non fuori posto, ma forse utile a capire qualcosa di più.





L'Angelino custode


I rapporti con il figlio di Ciancimino, le accuse per i disegni che ostacolano la lotta alla mafia, la sua rete siciliana. Ecco chi è il ministro Alfano, fedelissimo di Berlusconi, che deve sistemare la questione giustizia.

Quando il Cavaliere sentì pronunciare per la prima volta il nome di Angelino Alfano disse: "E chi è?". Era il 1999. Silvio Berlusconi all'epoca non conosceva ancora le doti dell'enfant prodige della politica siciliana. E nove anni fa, presentandosi a Villa San Martino, insieme al suo "padrino" Gianfranco Miccichè per spiegare che in Regione volevano fare il ribaltone, portando Totò Cuffaro nel centrodestra, Berlusconi incontrò i due siciliani tra la sala da pranzo e il giardino. L'anno dopo, però, la scrivania di Alfano era nell'ufficio accanto a quello del leader a Palazzo Grazioli. La stessa stanza in cui aveva lavorato a lungo Gianni Letta. Angelino era diventato deputato, ma anche il capo della segreteria politica di Berlusconi. Un fedelissimo. E per questo è un uomo di governo che non può riservare sorprese al suo premier. L'uomo giusto - per Berlusconi - alla guida del ministero della Giustizia. Il Cavaliere sembra aver un debole per i siciliani. In uno degli incontri ad Arcore gli chiese, sorpreso: "Ma davvero lei è siciliano? La sento parlare in italiano...".





Ora lo Stato punisce i comuni antimafia


Agli enti locali, e probabilmente anche alle associazioni antiracket e antimafia, costituitisi parti civili nei processi di mafia saranno riconosciute solo le spese processuali senza altro risarcimento per il danno subito dalle attività mafiose. L´ha stabilito il ministero della Giustizia applicando la norma contenuta nel decreto sicurezza approvato nel luglio scorso. La prima vittima segnalata è il comune di Bagheria che non riceverà i 3 milioni di euro stabiliti dal giudice quale risarcimento e che gli amministratori avevano intenzione di destinare ad attività antiracket e al riuso sociale di beni confiscati. È un ulteriore esempio dell´antimafia "flessibile" del governo Berlusconi : decisa e larga a parole, stretta, quasi ostile, nei fatti e nelle sue azioni. Infatti, col governo Berlusconi una parte significativa dei capitali confiscati alle mafie sono state dirottate nel calderone del bilancio generale dello Stato, riducendo così la quota da destinare alle cooperative sociali assegnatarie dei beni confiscati, alle Procure nei cui territori sono stati maggiormente perseguiti i mafiosi e alle forze di polizia. È un modo quasi esplicito per dire agli enti locali e alle associazioni antimafia di non costituirsi parte civile e di mortificare l´attivismo repressivo.




Trattativa stato-mafia, spuntano i nastri con le conversazioni Mori-Ciancimino


A breve si vedrà se mentiva o meno Mario Mori, quando negava di aver avviato la trattativa tra Stato e mafia: Massimo Ciancimino dovrebbe consegnare ai magistrati della Procura di Palermo anche i nastri contenenti le registrazioni delle conversazioni tra suo padre, l’ex sindaco di Palermo “Don Vito” Ciancimino, e Mario Mori, all’epoca dei fatti colonnello dei carabinieri.




venerdì 30 ottobre 2009

I giudici di Dell’Utri vogliono in aula Spatuzza




È stata un’altra udienza movimentata quella andata in scena oggi nell’aula della corte d’appello del tribunale di Palermo, dove si sta celebrando il processo che vede imputato il senatore Marcello Dell’Utri di concorso esterno in associazione mafiosa.
Oggi è toccato alle difese, rappresentate dagli avvocati Alessandro Sammarco e Nino Mormino.
Mormino, il primo a prendere la parola in aula, ha chiesto alla corte giudicante presieduta da Claudio Dall’Acqua, di non considerare le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, rese a Firenze e qui a Palermo, utili ai fini del processo.





Per troppo tempo quel video di Marrazzo custodito nelle stanze di Berlusconi


Ricatto a Marrazzo. La fonte vicina all'inchiesta non ci gira intorno: «Non c'è alcun altro politico di destra o di sinistra, ministro in carica, ministro uscente, professionista celebre o ignoto, "Chiappe d'oro" o d'argento nella nostra indagine». Forse salteranno fuori domani o forse mai. Per intanto, si deve dire che il vivamaria di indiscrezioni e nomi sussurrati che avvelenano o eccitano il Palazzo appare soltanto un efficace lavoro per confondere l'affaire. Che ha due capitoli. Il primo è noto. All'unisono tutti - una volta tanto - chiedono che sia chiuso con le dimissioni di Marrazzo. Riguarda le debolezze private del governatore, la leggerezza di un uomo pubblico che, ricattato, non denuncia il ricatto e, scoperto il ricatto, mente o dissimula nella scriteriata speranza di salvare il collo e la reputazione. Ma fu vero ricatto o Marrazzo può avere qualche ragione se ha creduto, per quasi quattro mesi, di essere stato vittima di una rapina e non di un'estorsione?




Vogliamo il Ministero della salute



Fazio si è accorto solo oggi che l'influenza AH1N1, più che suina, è una bufala.

In Italia, fino ad ora abbiamo avuto undici morti su oltre quattrocentomila casi. Come sempre accade per i virus influenzali, si muore solo se debilitati da complicanze pregresse. Dati alla mano, il virus AH1N1 è dieci volte meno pericoloso dell'influenza comune, quella stagionale.

Il blog ByoBlu di Claudio Messora ne ha parlato quasi due mesi fa.





Una manciata di domande


Dovremmo iniziare a pretendere - e non chiedere cortesemente – di sapere. Dovremmo insistere nel porre domande, e non fermarci alle dieci classiche rimaste là, appese, come lettera morta. Dovrebbero diventare migliaia le domande reiterate quotidianamente, fino a quando non si ottenga una risposta accettabile e non offensiva per la nostra intelligenza.

Purtroppo però, la risposta che oggi si attende più di ogni altra è conoscere finalmente il nome di “chiappe d’oro”, probabilmente perché così ci sarebbe da ridere ancora un po’, senza nemmeno dover sborsare i soldi per il biglietto del cinema.





Perché queste foto



La camera di sicurezza di una "caserma dei carabinieri certo non è il posto più confortevole" dove passare la notte. Così il comandante della compagnia dei carabinieri ci spiega perchè Stefano Cucchi è arrivato con gli occhi pesti in tribunale. Dove, comunque, assicura, "nessuno ha avuto niente da dire". Dopo quella notte in caserma, il passaggio in tribunale e quello in carcere, è finito in un letto d’ospedale, ha agonizzato per cinque giorni ed è morto con i genitori tenuti fuori della porta, senza poterlo vedere, senza sapere delle sue condizioni.




Gay, Liguria: approvata legge anti-discriminazioni


Nell'ondata di violenza e di omofobia che sta dilaniando il nostro Paese, c'è una bella notizia di civiltà.
20 voti contro 8: così è passato, nel Consiglio regionale della Liguria, il pacchetto di Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.




Ricatti - Marco Travaglio, 29 ottobre 2009




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Un bancario ticinese: "Se parlassimo, il governo italiano cadrebbe in 24 ore"

Per gli italiani il Canton Ticino è una classica piazza Off-Shore. Tra i 15.000 impiegati nella piazza finanziaria c'è un certo timore: Giulio Tremonti vuole prosciugare le banche luganesi.

Le autorità italiane stimano in 600 miliardi circa i fondi non dichiarati al fisco depositati in Svizzera. Rico von Wyss, docente dell'Università di San Gallo, riferisce a 20min.ch dei dati della Banca Nazionale Svizzera. Dei 4012 miliardi di franchi amministrati in Svizzera, sono 300 quelli in Ticino. E di questi 300 miliardi 200 sarebbero appartenenti a clienti italiani.

Il Ticino, con Lugano, è considerata la terza piazza finanziaria elvetica. Nel settore bancario a fare la parte del leone è Zurigo che, con il 43% degli occupati sul totale, si piazza decisamente al primo posto in Svizzera. Ginevra segue con il 19% e, infine, Lugano, che con il suo 5% è considerata una partner Junior. Per la clientela italiana la piazza bancaria ticinese presenta molti vantaggi. Nelle sfere di influenza, il Ticino è ormai considerato appartenente alla zona metropolitana di Milano. "La vicinanza geografica viene apprezzata dai clienti italiani - spiega il professore - e non esistono barriere linguistiche con i consulenti bancari".




giovedì 29 ottobre 2009

L'Università privata di tutto: resta il business


La fine di un'epoca. Con la riforma dell'Università approvata ieri dal Consiglio dei ministri, sostanzialmente si chiude il capitolo ‘Università pubblica’ in Italia. Il nostro paese non è più in grado di sostenere il sistema e garantirne l'eccellenza. Perciò apre ai privati, che presiederanno i Consigli d'amministrazione e, inevitabilmente, influiranno sull'autonomia degli atenei.





Travaglio firma il contratto Rai, eliminate le condizioni-capestro


«Non hanno opposto resistenza e hanno ritirato dalla bozza di contratto alcuni profili inaccettabili. Alla fine, mi hanno rimandato tale e quale il contratto firmato per le scorse edizioni di Annozero»: Marco Travaglio cambia status ad Annozero, non più ospite ma collaboratore del programma di Michele Santoro.
La firma del contratto che lo lega alla Rai chiude il caso scoppiato a ridosso della prima puntata. Il contratto di Marco Travaglio – richiesto da Santoro già a luglio – era stato bloccato per chiarimenti dai dirigenti della Rai. La firma è arrivata solo qualche giorno fa.




Obama firma legge contro l'omofobia: "Reati che spezzano le anime"


Contrariamente a quanto succede in Italia, dove nonostante i ripetuti attacchi di violenza contro omosessuali non si è voluta varare una legge contro l'omofobia, negli Stati Uniti il presidente Barack Obama ha appena firmato una legge che equipara i reati di omofobia a quelli di razzismo.
Ci sono crimini che non rompono solo le ossa, "ma spezzano le anime": con queste parole Barack Obama ha salutato la firma del Matthew Shepard Act, la legge che equipara i reati di omofobia a quelli di razzismo. Il nuovo testo amplia la definizione degli "hate crime", i reati dettati dall'odio: oltre ai casi di discriminazione su base etnica, razziale e religiosa, da oggi vi rientreranno anche quelli compiuti per il diverso orientamento sessuale o una disabilità delle vittime.




Lodo Ghedini: come nel fascismo, istituito un tribunale apposito per ottenere sentenze favorevoli


Una volta bocciato il lodo Alfano, il Popolo della Libertà condizionata annuncia il lodo Ghedini: l'avvocato "Ma-va-lààà" sarebbe intenzionato a firmare una legge che faccia giudicare i reati commessi dalle alte cariche dello Stato dal Tribunale di Roma.




mercoledì 28 ottobre 2009

Basta basta basta



Il disperato “basta, basta, basta…” di Rosy Bindi, secondo me, è stato meglio di qualsiasi risposta di merito.

Basta, basta, basta: siamo tutti ostaggio di quest’uomo e delle sue paranoie, di comunisti che esistono solo nella sua dispercezione patologica del mondo esterno a sé, dei suoi rovesciamenti di rabbia che diventano rovesciamenti del reale, per cui se uno va in giro comprando giudici e testimoni il problema non è lui ma chi l’ha scoperto.




AgrigentoWeb torna alla carica contro Olga Lumia: ma com'erano andate le cose?



Olga Lumia, nata ad Agrigento e residente a Roma, è una giornalista. Un giorno decide di pubblicare sul proprio profilo Facebook (e quindi privato) il link a una pagina di Repubblica del 2002 dal titolo Il bacio pericoloso di Alfano, un articolo che riferiva del bacio dell'attuale Ministro della Giustizia Angelino Alfano al boss mafioso Croce Napoli nel 1996. A seguito di questo, Olga viene cacciata dalla redazione di agrigentoweb.it.




martedì 27 ottobre 2009

Radio Padania, "I trans sono cessi immondi, aborti della natura"


Ecco, se quei leader di sinistra cui capitasse di provare certe attrazioni sessuali reagissero, una volta sgamati, con un orgoglioso "Sì, mi piacciono i trans. E allora?", invece di ripiegare su di un codardo "E’ una mia debolezza privata", espressione umanamente comprensibile, ma inaccettabile, per il detestabile non-detto che essa si porta dietro, se a pronunciarla è chi si è addossato l’onere di trasformare in meglio la società ("debolezza", a differenza di "gusto", indica uno strappo alla norma - ovvero i trans come anormali, freak che vivono nell’ombra e che nell’ombra é giusto che rimangano, e comunque nell’ombra immediatamente ricacciati da uomini dal portafogli forse troppo carico per poter essere uomini davvero), se la sinistra, insomma, ribaltasse la prospettiva e decidesse di farsi finalmente carico delle istanze della comunità transgender, cominciando magari col rivendicare una maggior pulizia di linguaggio (con troppa disinvoltura si tende ad esempio a parlare di "trans" come se il termine fosse da sé sinonimo di "trans che si prostituiscono"), allora, forse, si starebbe già facendo qualcosa per contrastare quelle pulsioni (esse sì anormali) che periodicamente riemergono, forti di un senso di impunità generale.





"Mills è stato corrotto" E per Berlusconi si fa proprio dura


E adesso per Silvio Berlusconi diventa davvero dura. Oggi la seconda sezione della corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione per l'avvocato David Mills, il legale inglese accusato di essere stato corrotto dal premier. Tra quindici giorni verranno depositale le motivazioni della sentenza e a partire dal quel momento le difese avranno 30 giorni di tempo per presentare il loro ricorso in Cassazione. Il rischio concreto è insomma che la suprema corte renda definitiva la condanna di Mills prima che il processo bis contro il Cavaliere sia concluso.




Il tg non lo dice, ma la moglie di Mastella è stata rinviata a giudizio



Ieri sera il tg ha taciuto sul rinvio a giudizio della moglie di Mastella. Penso sia diritto/dovere informarvi.

Sono passati solo 4 giorni dall’uscita di Clemente durante l’apposita conferenza stampa: «Abbiamo le mani pulite». Eccovelo qui il candore degli organi prensili dei Mastellas. La giustizia ad orologeria ha fatto il suo corso, svelando la candidezza della famiglia: Sandra viene rinviata a giudizio per tentativo di concussione. La richiesta, si badi bene, non si riferisce ai fatti della settimana scorsa, ma quelli portati alla luce della ribalta nel gennaio dell’anno scorso, quando la procura di Santa Maria Capua Vetere dispose per l’allora presidente del consiglio regionale campano gli arresti domiciliari.




Pronto Piero? Sono Silvio...


P: Silvio chi?

S: il presidente del Milan, del consiglio, del fan club emmenomalechesilviociè, ma ti chiamo in qualità di proprietario della Mondadori …

P: buongiorno presidente, dimmi…

S: senti, i miei giornali mi informano che gira un video su di te, in compagnia di un paio di nerboruti e tettoruti transessuali… l’ho visto, mi sono anche eccitato, ma ho deciso di non pubblicarlo perché non vorrei buttartelo al culo…

P: peccato…

No, non è andata così la telefonata tra i due Presidenti, ma è così che mi piace immaginarla, perché almeno avrebbe un senso, nella storia della Repubblica italiana. Un altro piccolo spaccato della storia democratica d’Italia, che si sta scrivendo per un pubblico adulto, in cui il proprietario dei giornali di gossip, ma anche presidente del consiglio, chiama il presidente di una Regione non per esortarlo a recarsi prima dai magistrati e poi dimettersi, ma di recarsi a Milano a pagare il pizzo.




Gentilini (LEGA) condannato: non potrà tenere comizi pubblici per tre anni


Era lo sceriffo di Treviso, ora non potrà più parlare a comizi politici. Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso, leghista della prima ora, è stato condannato dal Tribunale di Venezia per aver usato parole troppo forti contro gli immigrati e contro la possibilità di aprire moschee in Italia. Gentilini aveva detto la sua dal palco del raduno della Lega di Venezia nel 2008. Parole forti, come è nel costume dello 'sceriffo', già noto alle cronache per le sue esternazioni colorite. Ne era seguita una denuncia con l'accusa di istigazione al razzismo. Il Tribunale di Venezia, in rito abbreviato, ha accolto la tesi dell'accusa condannando Gentilini a 4000 euro di multa e sospensione per tre anni dai pubblici comizi.




Libertà di stampa, Harvard premia Repubblica


Ieri Ezio Mauro, direttore di Repubblica, ha ritirato a Cambridge un encomio per la difesa della libertà di stampa in Italia: a insignirlo di tale onorificenza sono stati la fondazione Nieman per il giornalismo dell’università di Harvard ed il centro Shorenstein per la stampa, la politica e le politiche pubbliche della scuola Harvard Kennedy per il personale di governo.
In un periodo di grave rischio per la libertà di stampa, Repubblica, sotto la guida editoriale di Ezio Mauro, ha coraggiosamente insistito sulle sue pagine sul fatto che il governo debba rispondere ai cittadini e che il ruolo della stampa sia quello di richiamarlo a questo dovere.




lunedì 26 ottobre 2009

Berlusconi sapeva del video di Marrazzo e l'aveva "avvisato": tre domandine al Premier

Berlusconi sapeva del video bollente, e aveva "avvisato" Marrazzo.
Appena tre giorni prima che scoppiasse lo scandalo, il premier aveva chiamato il governatore del Lazio, avvertendolo che Mondadori era in possesso di un video compromettente.
Infatti il caso vuole che il filmato fosse finito, per mezzo di un'agenzia fotografica, proprio al settimanale "Chi" (del gruppo Mondadori, controllato dal Premier), diretto da Alfonso Signorini. Le immagini che ritraggono Marrazzo in atteggiamenti intimi con un trans sarebbero state, secondo quanto dichiarato dai vertici Mondadori, offerte a 200.000 euro trattabili e rifiutate.




Ha vinto di nuovo D'Alema

Alla fine Pierluigi Bersani ha vinto. O meglio, in realtà si dovrebbe dire che ha vinto Massimo D'Alema. Perchè, infatti, ancora una volta l'endorsement della persona più amata/odiata del centro-sinistra è stata determinante nel successo del candidato.


Già 20 anni fa D'Alema fu determinante nella Svolta della Bolognina, appoggiando l'allora Segretario Achille Occhetto: sebbene i due avessero due visioni politiche e due caratteri completamente opposti (freddo e glaciale il primo, neo-romantico e passionale il secondo), hanno convissuto finchè D'Alema ha cominciato a cucinarsi Occhetto e si è ripreso il partito, sconfiggendo nel congresso del 1994 l'allora delfino del segretario Walter Veltroni.

Poi, quando si è trattato di scegliere il candidato premier per le politiche del 1996, si è schierato con Prodi contro il parere di tutto il partito, salvo cucinarselo per due anni alla stessa maniera di Occhetto con la Bicamerale; caduto Prodi, lo ha sostituito alla guida del governo e, dopo aver dato il proprio endorsement a Veltroni come successore, l'ex-segretario del PD veniva confermato con il 95% dei consensi (tendenza che verrà riconfermata fino alle dimissioni di D'Alema da Presidente del Consiglio).




La Svezia dice sì ai matrimoni gay

Dopo l’ennesima stagione intollerante in Italia, l’omofobia sembra passata, con l’inizio dell’autunno ci si attende un’altra stagione dedicata tutta al medesimo problema. In Italia si continuano a riproporre le interviste di chi la scorsa estate ha subito violenza fisica perchè gay, in Europa, e in particolare in Svezia, si respira tutta un’altra aria. La notizia delle ultime ore riferisce della possibilità concreta di celebrare nozze religiose fra persone dello stesso sesso.
La Chiesa Luterana in Svezia celebrerà le prime nozze gay dal primo novembre.




Il peggio della settimana #1



Ecco quali sono stati i post più letti dell'ultima settimana!
e ancora:
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domenica 25 ottobre 2009

Risultati dei sondaggi di Mala-Tempora-Currunt



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Hai votato alle primarie? Sei finito in un elenco pubblico consultabile da tutti

Sono andato a votare alle primarie del Partito Democratico e sono rimasto profondamente sconcertato a sapere che, nel momento in cui esercitavo il mio diritto di voto, acconsentivo a far finire il mio nome in un elenco pubblico, «e in quanto tale consultabile, su richiesta, da chiunque» (recito un volantino che scannerizzerò al più presto).
Ho protestato, in maniera pacata ma determinata (ed è stato del tutto inutile ovviamente, visto che i volontari non ci possono fare nulla e non si capacitavano di non essersene accorti prima), per i seguenti motivi:




Navi dei veleni – Non lasciamo sola la Calabria

Oggi ad Amantea la società civile scende in piazza per chiedere risposte e atti concreti. Perché la società calabrese ha memoria. E vive i segni della memoria sulla propria pelle, abbandonata in un limbo di inazione, il rifiuto di fatto del governo di intervenire, sola davanti alla devastazione del proprio territorio e dei propri mari. Perché tutti sapevano, da almeno 14 anni, che i mari di Calabria si sono trasformati in un cimitero di navi a perdere, di carrette fuori corso riempite di scorie e rifiuti tossici e affondate. Ottenendo due risultati: smaltire a basso costo rifiuti pericolosi e truffare le assicurazioni. Un mix di imprenditori senza scrupoli, trafficanti, mafiosi, pezzi di istituzioni che non hanno vigilato.




Le differenze tra il caso Marrazzo e Puttanopoli



Sulla graticola mediatica è finito adesso il governatore del Lazio Marrazzo.

La sua storia verrà vivisezionata e sbattuta in prima pagina, sempre però, con la condizionale che, in realtà, di privacy non si dovrebbe parlare e non bisognerebbe spiare dal buco della serratura di NESSUNO..che quindi avevano ragione i pappagalli del Partito, a protestare sui contenuti dei programmi riguardanti il mondo marcio delle Noemi’s girls.

Ma la storia ha diverse differenze:




Sondaggio sul caso Marrazzo




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sabato 24 ottobre 2009

Palle (di neve)


Dopo le leggi, ecco la nevicata ad personam.


Il consiglio dei ministri è saltato e con esso anche il faccia a faccia con Giulio Tremonti, il ministro che, per dirla con Bossi, «stanno cercando di fare fuori» e che negli ultimi tempi è stato più volte segnalato in rotta con il capo del governo. Una gatta da pelare in più, insomma, per Silvio Berlusconi. La «tempesta di neve» che lo ha trattenuto più del previsto a San Pietroburgo, dove era in visita all'amico Vladimir Putin nella dacia che il premier russo possiede sul lago Valdai, potrebbe dunque essere stata provvidenziale, almeno per lasciare calmare un po' le acque.




Un'altra bicamerale per riformare la giustizia?

Separazione delle carriere e doppio Csm. Così la Bicamerale del '97 insidiava l'autonomia della Magistratura. Il nodo giustizia, già allora, fu uno di quelli più duri. La ricerca di un compromesso per mantenere "unico l'ordine giudiziario" si arenò presto e Marco Boato, relatore della parte sulla Giustizia della Bicamerale dovette dichiarare il fallimento. Il 26 gennaio 1998, dopo un anno di trattative più o meno riservate, Boato parla e con le parole di Calamandrei apre l'invettiva contro Berlusconi e i suoi, denuncia "pressioni sistematiche", talora "veri e propri ricatti", subiti dal Parlamento durante i mesi di dibattito sulla riforma della giustizia. Perché parla solo allora?
Silvio Berlusconi, fin dall'inizio, anche quella volta, avrebbe voluto riscrivere tutta la Costituzione, anche la prima parte, "che fu il frutto di un compromesso tra i sostenitori dei valori dell'Occidente e la larga influenza dei comunisti", disse poi in Aula, aggiungendo la sparata finale: "Non basta cambiare sede, devono cambiare le teste". Ora il Pdl rilancia: ripartire dalla Bicamerale per riformare la giustizia.




La separazione delle bugie


Puntuale come i primi freddi autunnali, riparte la manfrina della separazione delle carriere fra giudici e pm. Presentata come il toccasana per spegnere le polemiche e per garantire la 'terzietà' dei giudici rispetto ai pm. Poco importa se stavolta a dar fuoco alle polveri è il caso Mondadori, cioè una sentenza civile emessa al termine di una causa dove non esistono pm, ma solo avvocati. Nel civile non c'è nulla da separare (a parte i conti svizzeri della Fininvest, dei suoi avvocati e del giudice Metta, che ai tempi del lodo Mondadori erano comunicanti). Il problema esiste, teoricamente, nel penale. O meglio esisterebbe se si dimostrasse che l'appartenenza dei pm e dei giudici all'Ordine giudiziario influenza i secondi, rendendoli succubi alle richieste dei primi. Strano che chi lo sostiene non abbia mai commissionato una statistica per verificare se sia vero: ma forse strano non è, perché quella statistica dimostrerebbe che nel 30-50 per cento dei casi (a seconda dei tipi di reato) le richieste dei pm vengono disattese o ribaltate da quelle dei giudici.




venerdì 23 ottobre 2009

Cuffaro denuncia QUATTROMILA utenti di YouTube

Forse sarà l’inverno che continua a tardare, ma in questo momento in Italia più che i fiocchi di neve a fioccare sono le querele. Nuova moda tra i politici, che si divertono a seminarle come caramelle al minimo accenno di presenza non "concordata" sugli organi di stampa. La denuncia fatta dal senatore siciliano Totò Cuffaro ha però pochi precedenti. Il baldo ex presidente della regione siciliana ha querelato, in un sol colpo, quattro mila utenti YouTube. Rei di aver commentato in maniera “birichina” il suo intervento in una puntata di Samarcanda del lontano 26 settembre 1991. In quell’occasione un giovane Cuffaro accusò di “giornalismo mafioso” i cronisti e i magistrati presenti. Accusandoli d’infangare “la migliore dirigenza che la Democrazia cristiana avesse mai avuto in Sicilia”. Sul palco del Costanzo show, attaccato da Cuffaro, c’era quel Giovanni Falcone che da lì a poco sarebbe saltato in aria. Vittima del tritolo posto sulla sua strada dalla mafia di Riina.




Scusate la banalità...

...ma mi auguro che sia chiaro anche ai meno avvertiti che le ultime uscite del premier e dei suoi («sì al posto fisso», «aboliremo l’Irap», «sono vittima dell’odio in Rete») sono una tripletta da scuola elementare di massmediologia: diretta ai lavoratori (dipendenti e precari), agli imprenditori (piccoli e grandi) e al grande popolo della tivù (che bisogna sempre spaventare un po’ con lo spauracchio di Internet).




Dell’Utri “referente politico” della Mafia. Il processo a una svolta?

Un verbale con le rivelazioni del neopentito Gaspare Spatuzza potrebbe riaprire il processo d’appello al senatore del Pdl. E preludere anche allo svolgimento di nuove indagini a Milano, Firenze e Palermo. Che portano, più o meno, di nuovo a Silvio Berlusconi. E porteranno altre polemiche con la magistratura.




Il reato di clandestinità è incostituzionale

Dopo circa un mese è arrivata la risposta che la Procura attendeva. Il coordinatore dei giudici di pace di Bologna, Mario Luigi Cocco, ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata sul nuovo resto di clandestinità istituito dal pacchetto sicurezza del ministro Maroni. Cocco lo ha reso noto questa mattina, sciogliendo la riserva del 16 settembre scorso, primo giorno di udienze per il nuovo reato.


La prossima risposta attesa, a questo punto, è quella della Corte costituzionale, a cui saranno trasmessi gli atti. Cocco ha motivato la sua decisione con una lunga ordinanza, in cui spiega in quali punti, secondo lui, la legge che ha istituito il reato di clandestinità è in contrasto con la Costituzione.




Il contratto di Bruno Vespa in Rai


Il contratto di Bruno Vespa scade nell'agosto 2010 ma se ne parla già oggi quando intere categorie di lavoratori attendono il rinnovo contrattuale da anni.

Il Poverino ha chiesto un piccolo ritocco del suo contratto, passando da un milione e duecentomila euro a 1 milione e seicentomila euro, il tutto per 100 puntate di Porta a Porta.




Cliccare prima di parlare - Come sbugiardare Maroni

Roberto Maroni: «Non esiste un paese al mondo dove qualcuno può scrivere su un sito uccidiamo il premier».
Trovati solo su Facebook, in dieci minuti di pausa pranzo, i seguenti gruppi (ma sono sicuro che sapete fare meglio di me):




Scudo spaziale - Travaglio ad Annozero (22 ottobre 2009)




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giovedì 22 ottobre 2009

I dati sulla crisi, al di là della propaganda di regime

Le chiacchiere del Palazzo smentite da una situazione drammatica.
Sono oltre tre milioni e mezzo i lavoratori ‘precari’ in Italia e tra loro la maggioranza (il 58,7 per cento) è composta da donne. Le regioni del Sud come al solito sono quelle che subiscono di più il fenomeno concentrato prevalentemente nei servizi pubblici, negli alberghi, nei ristoranti e nell’agricoltura.
Lo ha "scoperto" un’indagine dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre. La ricerca ha evidenziato che chi non ha nessun titolo di studio patisce di più la situazione.
I contratti a tempo determinato o di collaborazione raggiungono il 15 per cento dell’intero mercato del lavoro.  Le figure professionali più numerose sono i lavoratori a termine, i dipendenti part time, i collaboratori che presentano contemporaneamente tre diverse attività e i liberi professionisti e lavoratori in proprio - le cosiddette Partite Iva - che presentano anche loro almeno tre differenti contrattualizzazioni.




Abruzzo, le case nuove sono una bufala: la beffa del governo

Da E a A. Un cambio di vocale che, per centinaia di cittadini abruzzesi, può significare la differenza tra l’inverno sotto un tetto riscaldato o l’inverno al gelo delle tende, o peggio, nelle case a rischio. La linea sottile che divide il danno dalla beffa.

La consegna delle abitazioni, in Abruzzo, quelle che gli aquilani chiamano – potenza della televisione – «le case di Berlusconi», procedono tra lentezze e polemiche. E, soprattutto, imprevedibili ripensamenti. Al centro delle discussioni c’è l’attribuzione del livello di danneggiamento delle abitazioni: dopo il terremoto del 6 aprile, infatti, sono stati eseguiti tutti i rilievi del caso e ad ogni casa è stato dato un codice, tra A (agibile) e E (condizioni disastrose). Codice decisivo per la priorità nell’assegnazione delle nuove case.
Solo che, dopo qualche mese, secondo la denuncia di alcuni cittadini abruzzesi riportata dal quotidiano Repubblica, i codici hanno iniziato a cambiare senza che, nel frattempo, siano state effettuate nuove verifiche di agibilità.




Pestaggio al raduno della Lega: individuati gli aggressori

La Polizia ha eseguito quattro perquisizioni domiciliari nei confronti dei presunti responsabili del pestaggio di due camerieri extracomunitari del ristorante veneziano "La Bricola", episodio avvenuto in concomitanza del raduno nazionale della Lega Nord dello scorso 13 settembre. Quel giorno un gruppo di persone con abiti e vessilli riconducibili alla Lega Nord, a seguito di un alterco, aveva fatto ingresso in un ristorante del centro storico veneziano, messo a soqquadro il locale e malmenato due camerieri di nazionalità algerina ed albanese, provocando loro lesioni guaribili in 7 e 30 giorni.




Gli EuroBuzzurri



Prima che sprofondiate dalla vergogna, vi voglio solo dire che quelli nella foto sono (da sinistra verso destra) Oreste Rossi, Francesco Speroni e Mario Borghezio, europarlamentari della Lega Nord, pagati da voi e in gita a Strasburgo.

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Genchi conferma la trattativa: "Ne sono testimone"


"La trattativa c'è stata, ne sono testimone", giura Gioacchino Genchi.
Poliziotto, poi super consulente delle procure (fino al caso dell' "Archivio Genchi"), lavorò alle indagini sulla strage di via D'Amelio e la morte di Paolo Borsellino, "Ma fummo fermati. Arrivò l'annuncio che tutto doveva passare nelle mani dei carabinieri. Ci sono atti inconfutabili del ministero dell'Interno a spiegare l'operato dello Stato".




Perché Tremonti scopre il posto fisso

Giulio Tremonti scopre il fascino del posto fisso: “Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia”, e ancora “la variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no”. Certo, parlava alla Banca popolare di Milano, dove i posti si tramandano di padre in figlio e - va ricordato - nella sua attuale incarnazione il ministro che fu teorico della finanza creativa è diventato da tempo un nostalgico del passato, il primo difensore di un modello economico armonico (e un po' bucolico) che non è mai davvero esistito. 




mercoledì 21 ottobre 2009

Urgentissimo - Emergenza umanitaria a L'Aquila - FATE GIRARE

Inoltro un post di Anna Pacifica Colasacco, blogger aquilana
Domani rientrerò a L'Aquila. Nella casa presa in affitto. Sarò di nuovo in prima linea.Per qualche giorno avrò difficoltà di connessione. Vi lascio un messaggio importantissimo. Fatelo girare più che potete. Aiutateci. Gli attendati hanno bisogno della solidarietà di tutti gli Italiani. Visto che dal Governo e dalle amministrazioni locali non arriva.

OTTOBRE 2009: ALL’AQUILA È EMERGENZA UMANITARIA

Facciamo appello a tutti coloro che in Italia hanno dimostrato sensibilità a quanto qui è successo e continua ad accadere.
A chi ha mantenuto alta l’attenzione sul dramma che ha colpito il nostro territorio e sulla gestione del post sisma.

Oggi, il 18 di ottobre, all’Aquila fa freddo. Siamo nella fase più drammatica, la notte già si sfiorano i -5°C ed andiamo incontro all’inverno, un inverno che sappiamo essere spietato.
Le soluzioni abitative, promesse per l’inizio dell’autunno, non ci sono. Circa 6000 persone sono ancora nelle tende. Meno di 2000 persone sono finora entrate negli alloggi del piano C.A.S.E o nei M.A.P. La maggior parte degli Aquilani sono sfollati altrove in attesa da mesi di rientrare.
Ora, con lo smantellamento delle tendopoli altre migliaia di persone sono state allontanate dalla città e mandate spesso in posti lontani e difficilmente raggiungibili.




Nuove rivelazioni: i contatti tra Cosa Nostra, Dell'Utri e Berlusconi


È la vigilia di Natale del 1992, Totò Riina è euforico, eccitato, si sente come fosse il padrone del mondo. In una casa alla periferia di Palermo ha radunato i boss più fidati per gli auguri e per comunicare che lo Stato si è fatto avanti. I picciotti sono impressionati per come il capo dei capi sia così felice. Tanto che quando Giovanni Brusca entra in casa, Totò ù curtu, seduto davanti al tavolo della stanza da pranzo, lo accoglie con un grande sorriso e restando sulla sedia gli dice: «Eh! Finalmente si sono fatti sotto». Riina è tutto contento e tiene stretta in mano una penna: «Ah, ci ho fatto un papello così…» e con le mani indica un foglio di notevoli dimensioni. E aggiunge che in quel pezzo di carta aveva messo, oltre alle richieste sulla legge Gozzini e altri temi di ordine generale, la revisione del maxi processo a Cosa nostra e l’aggiustamento del processo ad alcuni mafiosi fra cui quello a Pippo Calò per la strage del treno 904. Le parole con le quali Riina introduce questo discorso del “papello” Brusca le ricorda così: «Si sono fatti sotto. Ho avuto un messaggio. Viene da Mancino».




Libertà di stampa: l'Italia precipita al 49esimo posto

Nella classifica mondiale sulla libertà di stampa 2009, che vede ai primi posti Paesi scandinavi e Irlanda, in fondo alla graduatoria Iran, Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea, l'Italia è scivolata dal 44° al 49° posto. Lo indica il rapporto diffuso oggi dall'associazione Reporters Senza Frontiere.





Biotestamento, Beppe Englaro: «Serve legge per poter dire sì o no grazie»

«Sarebbe necessaria una legge che consentisse di vivere senza limiti a chi lo desidera e, viceversa, di dire “no grazie” a chi lo creda». Ne è convinto Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna morta lo scorso 9 febbraio dopo 17 anni trascorsi in stato vegetativo.
Nel corso di un dibattito sui diritti del paziente e le scelte di fine vita organizzato al circolo Arci Bitte di Milano con gli avvocati Marilisa D’amico e Massimo Clara, sostenitore dell’associazione Hera, Englaro ha raccontato: «Nei 17 anni in cui Eluana è rimasta in stato vegetativo, non sono mai sceso in politica, ma sono rimasto nella società».




Ma Masi è un manager fallito o semplicemente in malafede?

Ricapitolando brevemente, poi ne scriverò di più: con questa nuova chiavetta, gli abbonati Sky torneranno a vedere i canali Rai che Masi aveva tolto dalla piattaforma Sky.
Per toglierli, la Rai ha rifiutato 60 milioni di euro l’anno per sette anni.
Adesso la Rai ridarà agli abbonati Sky (senza incassare un euro) quei canali che solo tre mesi fa ha rifiutato di dare in cambio di 60 milioni di euro l’anno.
Avendo rifiutato i soldi di Murdoch, quest’anno la Rai chiuderà in rosso di 50 milioni.
Se la Rai fosse un’azienda normale, Masi lo metterebbero a fare il custode notturno a Saxa Rubra.

via Piovono Rane

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