I due, che secondo i giudici rappresentavano il tramite tra istituzioni dello Stato e Cosa Nostra, si erano incontrati più volte a Roma, a casa dell'ex sindaco: le versioni di Mori e del figlio di Ciancimino sulla natura di questi incontri però differiscono. L'ex colonnello dei carabinieri sostiene di aver incontrato Vito Ciancimino per indurlo a collaborare con la giustizia e per acquisire elementi sull’indagine mafia e appalti a cui stava lavorando. Al contrario, Massimo Ciancimino sostiene che durante l'incontro il padre consegnò al carabiniere il papello con le 12 richieste allo Stato che il boss Totò Riina avrebbe posto come condizione per porre fine alla strategia stragista.
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