Quanto successo, durante e dopo il pestaggio, ha del disgustoso. «Erano in otto, vestiti in verde – ha raccontato il cameriere a un giornale veneziano – stavano battendo sulle vetrine del locale quando sono uscito e ho chiesto loro di lasciarci lavorare. Non l’avessi mai fatto: sono venuti dentro, hanno spaccato tutto e si sono accaniti su di me. Mentre mi bastonavano gridavano “Albanese di merda!”. Non mi era mai successa una cosa del genere. Mi hanno colpito solo perché hanno sentito dall’accento che sono straniero. Ma sono qui per lavorare».
La sera successiva il consiglio comunale di Venezia approvava un ordine del giorno che impegnava il sindaco e la giunta a costituirsi parte civile nel caso in cui venissero individuati gli autori dell’aggressione. Nell’ordine del giorno il consiglio comunale aveva «espresso la sua totale solidarietà ai lavoratori aggrediti» e condannato «con fermezza l’odioso episodio di violenza razzista». Al momento di votare l’ordine del giorno, i consiglieri del Pdl e Lega avevano abbandonato l’aula.
Le perquisizioni, in provincia di Bergamo, sono state delegate dalla Procura della Repubblica di Venezia che ha contestato, fra l'altro, l'aggravante delle finalità di discriminazione o di odio etnico e razziale prevista dalla legge Mancino.
I presunti aggressori, tutti indagati, sono stati identificati grazie alla Digos di Venezia, che ha esaminato il materiale video e fotografico relativo alla manifestazione della Lega Nord ed ha infine individuato un fotogramma che ritraeva persone con caratteristiche fisiche e di abbigliamento analoghe a quelle degli aggressori descritte dei testimoni.
Le indagini si sono quindi concentrate nella provincia di Bergamo (i testimoni avevano riferito di un accento tipico del bergamasco), dove, con la collaborazione della locale Questura,è stato possibile giungere ad una identificazione delle persone ritratte nella riproduzione fotografica, poi riconosciuti dalle vittime e dai testimoni come i probabili autori del pestaggio.
FONTI:
Il Messaggero
Agi
***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!
0 commenti:
Posta un commento