mercoledì 28 ottobre 2009

AgrigentoWeb torna alla carica contro Olga Lumia: ma com'erano andate le cose?



Olga Lumia, nata ad Agrigento e residente a Roma, è una giornalista. Un giorno decide di pubblicare sul proprio profilo Facebook (e quindi privato) il link a una pagina di Repubblica del 2002 dal titolo Il bacio pericoloso di Alfano, un articolo che riferiva del bacio dell'attuale Ministro della Giustizia Angelino Alfano al boss mafioso Croce Napoli nel 1996. A seguito di questo, Olga viene cacciata dalla redazione di agrigentoweb.it.

“Sono stata ampiamente rimproverata da quelli di Agrigentoweb per quello che avevo pubblicato. – si sfoga Olga Lumia sulla bacheca del gruppo dei giornalisti agrigentini su Facebook - Nella mia bacheca di Facebook avevo condiviso un link su un vecchio pezzo di Repubblica, che aveva come oggetto un politico. Ho cercato di spiegare – racconta - che la bacheca di FB è come casa mia: ci posso fare quello che voglio. Ma loro niente, non sentivano ragioni. Ci sono state infatti delle persone che letto il mio link, mi hanno accusato agli editori e direttori di Agrigentoweb gridando allo scandalo. Dopo varie telefonate con la redazione del quotidiano on-line e dopo una mia lettera di scuse (volevo infatti scusarmi per averli messi, mio malgrado a disagio) pensavo che la cosa fosse finita lì. Non era vero. Con un pezzo in prima, firmato dal direttore, sono stata accusata – continua Olga Lumia - di attaccare il premier e i suoi uomini e sono stata volgarmente definita cavallino rampante che fa cri cri. A questo punto, non mi restava altro che fuggire da un simile ambiente. Un ambiente dove non c'è libertà di opinione, pensiero e parola. Dove ti controllano anche per ciò che fai in privato. Mi sono dimessa – conclude - per scappare a gambe levate da una situazione insostenibile”.

A distanza di parecchi mesi, il direttore di agrigentoweb.it Lelio Castaldo torna alla carica con un editoriale che lascia quanto meno perplessi: che bisogno c'era di giustificarsi di nuovo di questo caso di censura? In ogni caso, a mio parere non c'è riuscito ed è risultato quanto meno patetico, accostando la mera pubblicazione di un articolo di giornale ad atti ben più gravi. Castaldo poteva starsene zitto, insomma, ma ha deciso di ricordare ai suoi lettori che sono stati privati di Olga, quella giornalista che lui stesso, poco prima di questo evento, aveva promosso a vicedirettrice.
Il segnale è chiaro: tu puoi essere in gamba finché vuoi, ma devi allinearti alle direttive di regime. E alla prima volta che dissenti, fosse anche sul tuo profilo personale di Facebook, ti facciamo -mediaticamente- fuori.

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