venerdì 16 ottobre 2009

Accordi tra Mafia e Stato: spuntano le prove




Durante l’estate del 1992, dopo la strage di Capaci (in cui morì Giovanni Falcone) e prima dell’omicidio di Borsellino (strage di via D’Amelio), Cosa Nostra consegnò 12 richieste allo Stato, per mano del politico e criminale Vito Ciancimino. 


Una trattativa che i mafiosi corleonesi avanzarono con lo Stato per fermare le bombe e la stagione stragista, e arrivare ad una tregua. I 12 punti formano il 'papello', cioè l'elenco delle richieste scritte su un foglio formato A4 che adesso Massimo Ciancimino ha consegnato ai magistrati della procura della Repubblica di Palermo che indagano sulla trattativa fra Stato e mafia. Ma accanto a questo elenco spunta a sorpresa un altro 'papello' con le proposte e le modifiche ai 12 punti pretesi dai corleonesi che don Vito Ciancimino avrebbe scritto di proprio pugno e consegnato all'allora colonnello del Ros, Mario Mori. Il fatto, inedito, è documentato da L'espresso con alcune foto dei fogli in cui si leggono al primo punto i nomi di Mancino e Rognoni; poi segue l'abolizione del 416 bis (il reato di associazione mafiosa); "Strasburgo maxi processo" (l'idea di Ciancimino era quella di far intervenire la corte dei diritti europei per dare diverso esito al più grande procedimento contro i vertici di Cosa nostra); "Sud partito"; e infine "riforma della giustizia all'americana, sistema elettivo...". Lirio Abbate per "L'Espresso"


Quello che salta subito agli occhi, fa notare Alessandro Gilioli sul suo Piovono Rane è quanto


il piano di riforma della giustizia della mafia, “all’americana e con i giudici eletti dal popolo”, sia molto simile alle recenti proposte di Bossi in merito.


Le altre rivendicazioni vanno dall’abolizione del carcere duro (il 41 bis) agli arresti domiciliari per gli imputati di mafia che hanno compiuto 70 anni. Infine viene anche chiesta la defiscalizzazione della benzina per gli abitanti della regione siciliana.


Nei giorni scorsi la presenza della trattativa era stata confermata dall’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli  e successivamente dalla vedova del giudice Paolo Borsellino, ucciso a Palermo nel ‘92.


FONTI
L'Espresso



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