venerdì 30 ottobre 2009

Una manciata di domande


Dovremmo iniziare a pretendere - e non chiedere cortesemente – di sapere. Dovremmo insistere nel porre domande, e non fermarci alle dieci classiche rimaste là, appese, come lettera morta. Dovrebbero diventare migliaia le domande reiterate quotidianamente, fino a quando non si ottenga una risposta accettabile e non offensiva per la nostra intelligenza.

Purtroppo però, la risposta che oggi si attende più di ogni altra è conoscere finalmente il nome di “chiappe d’oro”, probabilmente perché così ci sarebbe da ridere ancora un po’, senza nemmeno dover sborsare i soldi per il biglietto del cinema.


Io invece vorrei sapere chi, come e perché è stata tolta la vita a Stefano Cucchi. Se è vero che è arrivato in carcere già massacrato, e come dice il ministro della guerra La Russa i carabinieri sono stati corretti, quale entità è riuscita a fratturargli la schiena e la mascella, rientrargli un occhio nell’orbita? Possiamo chiedere al ministro Al Fano, scrivano di leggi ad personam, di non offendere una famiglia che soffre e l’intelligenza di un popolo che non si arrende?

E’ lecito sapere quale sia la realtà della pandemia suina in Italia? Ho visto il primo quarto d’ora di un telegiornale dedicato all’argomento, e mi ha invaso un fortissimo senso di nausea. Ricordo che lo stesso telegiornale, circa un mese fa, in collegamento da Pomezia, fece vedere i camion della Croce Rossa lasciare il deposito, col loro preziosissimo carico di vaccini. Ricordo il primo medico, assunto agli onori della cronaca in qualità di primo vaccinato d’ Italia. Oggi ci dicono che il nostro è il paese più a rischio, ma ci dicono anche che la malattia non è rischiosa. Che l’influenza è suina ma non dobbiamo chiamarla suina. Che è in arrivo il picco della pandemia, che è dieci volte più pericolosa di una comune influenza, ma è anche molto leggera. Tutto e il contrario di tutto: dire nulla, come sempre.

Possiamo sapere quanto è grave l’infiltrazione mafiosa nelle maglie dello stato? Il pentito Spatuzza sarà riascoltato nell’ambito del processo per associazione esterna alla mafia, del senatore dello Stato Dell’Utri, già condannato in primo grado a nove anni di galera. Il pentito andrà in aula a testimoniare che Dell’Utri e Berlusconi divennero i referenti politici della mafia. E’ lecito chiedere a questo governo di dimettersi? E se la condanna a Dell’Utri venisse confermata, con le dichiarazioni del pentito agli atti, avremmo o no il diritto di chiedere al presidente del consiglio di spiegare la sua posizione, senza cadere nella tentazione di ammorbare tutti con la classica formula del “magistrato = comunista?”

E c’è un’ultima domanda che vorrei porre a Fini: “Perché non spende due minuti del suo tempo, per spiegare cosa davvero significa cessare l’attività del Parlamento per dieci giorni, in quanto non esiste copertura finanziaria per le leggi in discussione?”

Io ci posso provare a rispondere, ma sarebbe bello sentir dire da un rappresentate autorevole di questo governo, che qualunque legge noi cittadini si stia aspettando, una volta tanto per noi e non per lui, non si discute nemmeno, perché non c’è un euro a disposizione. Questo spiega anche perché tutte le riforme annunciate con la solennità dell’urgenza, sono solo pagliacciate a copertura della verità. Il Parlamento italiano, in questo anno e mezzo nefasto ha pressoché lavorato esclusivamente per aggiustare i fatti privati di Berlusconi, e distruggere quel poco che ci era rimasto, di scuola, lavoro, libertà e democrazia.

via R-ESISTENZA

***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!

0 commenti:

Posta un commento