Gli irriducibili strumentalizzati dalla politica li chiama Guido Bertolaso. Sono i seimila sfollati in tenda che si rifiutano di lasciare i campi per essere trasferiti nelle camere d'albergo lontane decine di chilometri dalla terra che non hanno voluto abbandonare dal 6 aprile. Tali pericolosi sovversivi del sistema sono uomini e donne che lavorano in città, che mandano i figli a scuola , o che hanno il duro compito di attendere agli animali che costituiscono il faticoso sostentamento delle loro vite, o che hanno campi ed orti da coltivare. O, semplicemente, persone che non riescono ad allontanarsi dai loro luoghi ai quali sono tenacemente attaccati da quasi sette mesi. Oggi, per il Governo e le amministrazioni, sono numeri in esubero. E scomodissimi testimoni di un fallimento ampiamente annunciato. Per essere chiari e perché non si pensi che gli Aquilani abbiano un tetto sulla testa, vi riporto un po' di numeri, forniti gentilmente dalla Protezione Civile.via Miss Kappa
Gli appartamenti del progetto C.A.S.E. consegnati agli sfollati sono 900, a fronte dei 4.300 promessi dal Governo e dei 2.287 M.A.P.
5.800 sono i cittadini ancora nelle tende, 13.000 quelli nelle camere d'albergo, 9.000 coloro che hanno scelto la sistemazione autonoma e che, a tutt'oggi, hanno ricevuto 380 euro del contributo beffa, pari a 100 euro mensili a persona, poiché si è provveduto a pagare, con lentezza vergognosa, solo fino al mese di luglio.
Gli sfollati in hotel costano 650.000 euro al giorno, quelli in tenda, dove non abbandonati a se stessi, costano 300.000 euro. Quasi un milione di euro al giorno, ancora per molti mesi. In attesa che il faraonico progetto di case finte sia pronto. Case finte, signori miei. Soldi veri.
Le attività produttive hanno riaperto i battenti per il trenta per cento. E senza contributo alcuno da parte dello Stato. Il progetto era quello di mettere un tetto sulla testa di tutti gli sfollati entro il mese di settembre, in barba a ciò che le persone avrebbero fatto, senza lavoro e senza spazi sociali. Si può ben dire che la millantata tempestività non c'è stata. Si continua con il puro assistenzialismo che, azzerando l'iniziativa privata, demotiva e sfianca animi e volontà e consente di agire indisturbati a suon di proclami populisti, sceneggiate mediatiche ed appalti poco chiari. Un esempio su tutti: per la realizzazione di aiuole e verde sono stati spesi ben 14.420.782,06 euro. Ciò è stato dichiarato senza specifica alcuna. Non si sa quanti siano i metri quadrati interessati e se si siano piantati baobab o margheritine. Transitando nei pressi del capolavoro di efficienza non si scorge traccia di verde.
Concludo con la lettera che mi ha inviato una mia lettrice. Chi non ha paura della verità si firma. Con nome e cognome.
Ciao Anna,
sono una volontaria di protezione civile del campo di S. Vittorino. Mi sono permessa di riportare le tue parole dal blog per commentare, oggi, un mio album di foto scattate a settembre. Non avevo mai voluto andare a vedere le macerie della vostra città martoriata, pur facendo su e giù da Roma per svariate volte dal 6 aprile, perché mi ero ripromessa di andarci per documentare la vita che riprendeva e questo mi aspettavo quando l'8 settembre mi sono finalmente convinta di andare a vedere con i miei occhi come dicevo speravo di fotografare (è una mia passione) negozi RIaperti (almeno qualcuno), di trovare attività in RIavviamento (almeno qualcuna), lavori sulle case in RIcostruzione... invece a parte alcuni puntellamenti NIENTE! Solo tanta desolazione nelle strade chiuse, qualche turista che fotografava e tanti tanti Aquilani che guardavano e raccontavano le loro storie e indicavano... vedi quella è casa mia. Da queste mie impressioni ho scelto il titolo "L'Aquila fantasma". Poi leggendo oggi le tue parole sul blog ho avuto una fitta al cuore e ho pensato a tutti quelli che si fanno buttare il fumo negli occhi dai TG unificati. Volevo lanciare un messaggio "L'Aquila è una città rimasta al 6 aprile!!!" Il mio album è pubblico quindi se ti serve puoi attingere a piene mani.
Grazie delle tue parole,con affetto (anche se non ti conosco)
Cinzia Antignani Altatiali
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