lunedì 7 dicembre 2009

Italia vista dall'estero: «Più di 350.000 manifestanti a Roma per dire “no” a Silvio Berlusconi»


Sciarpe, bandiere e maglioni viola, centinaia di migliaia di manifestanti hanno sfilato sabato per il centro di Roma, su iniziativa di alcuni blogger, per dire “no” al capo del governo italiano Silvio Berlusconi, al quale hanno chiesto di dare le dimissioni per essere giudicato.
Gli organizzatori del “No Berlusconi Day”, dall’alto del palco, hanno affermato di aver vinto la loro scommessa riunendo nella capitale “più di 350.000 persone”. Uno di loro, Gianfranco Mascia, travolto dall’entusiasmo, ha riferito ad alcuni giornalisti che c’erano addirittura “più di un milione” di persone per le strade.
In piazza San Giovanni in Laterano, i blogger hanno sottolineato l’indipendenza del loro movimento nato su internet, il cui colore simbolo è il viola perchè era il “solo colore lasciato libero” dai partiti tradizionali. Altre manifestazioni simili si sono svolte a Berlino, Parigi, Londra e Sydney.
“Vogliamo le dimissioni di Berlusconi perché non ci sentiamo rappresentati da lui” ha spiegato all’AFP uno dei blogger, Emanuele de Pascale, 28 anni. “È una manifestazione politica secondo il senso greco del termine polis, poiché ci preoccupiamo per la cosa pubblica”, ha aggiunto.
La maggior parte dei manifestanti, tra cui molti giovani e donne, indossavano sciarpe, maglioni e anche parrucche di un colore tra il lilla e il viola. Molti avevano una maschera con il volto di Berlusconi con su scritto la parola “No”. Un gran numero di militanti di estrema sinistra, in particolare del Partito comunista italiano, riempivano le file del corteo a cui avevano apportato un aiuto logistico.
“Sa solo vendere pentole o spot pubblicitari, che si dimetta, questo presidente del consiglio non sa governare, la crisi ha messo in difficoltà un mucchio di artigiani e operai e non fa nulla per loro”, ha denunciato davanti l’AFP Mario Cattaneo, un pensionato che sbandierava una pupazzo caricaturale di Berlusconi con la coda da diavolo.
La maggior parte delle bandiere sottolineavano i problemi giudiziari di Berlusconi, il quale ha due processi a carico, uno per corruzione di testimoni (caso Mills) e l’altro per frode fiscale (diritti televisivi Mediaset), che ripartiranno a gennaio.
“La politica va fatta con le mani pulite” diceva un lungo striscione viola. “Dai le dimissioni e accetta di essere giudicato”, diceva un altro.
Alcuni manifestanti gridavano “mafioso” quando incrociavano il suo volto, alludendo alle accuse per legami con Cosa Nostra a lui mosse venerdì a Torino dal mafioso pentito Gaspare Spatuzza.
L’ex ministro Rosy Bindy ha sottolineato di aver partecipato come “cittadina comune” e non come responsabile del Partito Democratico (PD), salutando i numerosi simpatizzanti del PD presenti. “È importante che una buona fetta del paese reagisca e si indigni contro un presidente del consiglio che non vuole essere sottoposto a giudizio e che non risolve i problemi”, ha detto all’AFP.
L’ex pubblico ministero anticorruzione, e capo del partito L’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha denunciato “la grande truffa mediatica, elettorale, politica e giudiziaria di questo governo Berlusconi”. Sfilano movimenti di orizzonti politici molto diversi, tra le cui fila si distinguono personalità come il regista Nanni Moretti, per denunciare l’ egemonia di Berlusconi sulla televisione italiana, o ecologisti che si oppongono al ponte sullo stretto di Messina.
Tra la folla, si vedono anche difensori degli immigrati o membri del movimento “popolo delle agende rosse” i quali chiedono la verità sul giudice Paolo Borsellino morto nel 1992 in un attentato dinamitardo a Palermo, le cui agende segrete non sono mai state ritrovate. L’attentato fu attribuito alla Mafia ma la stampa italiana ha recentemente diffuso la notizia di possibili complicità politiche ad alto livello.

Articolo originale del francese Les Échos, tradotto da Italia dall'Estero

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