giovedì 17 dicembre 2009

Terrorista

Da un paio di giorni ormai, l’epiteto più gentile che mi si rivolge è “terrorista”. Da ieri, poi, giornata storica che verrà iscritta in lettere d’oro negli annali della Repubblica, come “LA GIORNATA DELL’AMORE” in cui il governo dell’amore ha sdoganato lo stesso epiteto nella sacralità dell’aula parlamentare, per spirito di emulazione, ancora e ancora mi è stato rivolto lo stesso insulto.

Da prima ho sorriso – ma i tempi non erano sospetti – poi mi sono incazzata, ora provo una pena immensa per la massa informe e deforme che popola questo paese di Pulcinella.

Se siete così miserabili da associare il terrorismo alla libertà di pensare e dissentire, il problema non è mio; il problema è vostro ed è grosso come una casa. Anzi come un duomo. State attenti a non farvi fregare, il partito dell’amore potrebbe nascondere in realtà, il partito del sesso dedito alla sodomia.

Vedete, il difetto più grande del vostro re è l’ingordigia. Non ne ha mai abbastanza. Di potere, di danaro, di soddisfazione egocentrica, oltre che l’abbondanza di servi zelanti che spesso non gli rendono l’ottimo servizio che vorrebbero offrire in sacrificio per lui. E non solo quelli prezzolati che ormai tutti siamo abituati ad evitare, ma voi. Voi che avete ceduto per una promessa la vostra stessa dignità. Voi che non avete capito che non basta una croce su un simbolo elettorale per guadagnarsi un pezzetto di impunità. Voi che quando la finanza vi trova con i bilanci contraffatti l’ammenda dovete pagarla, e in cuor vostro vi dite: “Ma come, io ho votato berlusconi.” Voi che allevate le vostre figlie con la speranza che possano arrivare in tempo dentro il letto del re, perché la carriera è la carriera ed è uguale se si fa in TV o in Parlamento.

Ha sbagliato il vostro re a volervi donare il suo sangue, come sacra icona a memoria della malvagità altrui. Quel sangue ostentato, pian piano gli sta tornando indietro, e sarà più grossa la ferita auto inferta di quella procurata dal duomo volante. Chissà, forse se non si fosse abusato, se il dolore di un uomo non fosse stato in qualche modo mercificato ad uso e consumo del suo popolo di servi stolti, anche a noi sarebbe rimasto un minimo di pietà. Ma lui non è di questo che ha bisogno, lui esige di essere assai più che umano. Divino. E le divinità pretendono sempre di essere adorate, e quando non lo sono più diventano vendicative.

Voi che chiamate me terrorista, siete gli alleati di borghezio, cota e gentilini, voi chiamate la vostra radio Padania e con fare bellicoso, ricordate che “avete il ministro dell’interno e quindi potete andare a prendere Tizio o Caio.” Voi siete quelli che vogliono mettere “fuori legge” i partiti che nemmeno fanno parte dell’inesistente opposizione di questa democrazia pro forma, che ormai è l’Italia. Voi siete ormai così persi da non rendervi conto che col vostro zelo adorante state avvallando la limitazione della libertà. Per cosa poi? In nome del vostro ideale e della vostra ideologia? No, perché vi hanno insegnato che perseguire un ideale è cosa obsoleta e inutile. Vi hanno insegnato che l’ideologia è qualcosa di abominevole e da condannare. Vi hanno insegnato che la politica è una fede dogmatica al pari di quella calcistica, e i partiti politici non sono altro che grandi fan club.

Ora chiamatemi pure altre cento volte terrorista, andrà bene così. Per cento volte ancora voi avrete perso la vostra libertà. Io conserverò e lotterò per mantenere l’unico diritto che mi è rimasto: la libertà di pensiero.

via R-ESISTENZA

***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!

0 commenti:

Posta un commento