lunedì 30 novembre 2009

Il peggio della settimana #6

Durante l'ultima settimana sono stati pubblicati una trentina di post: eccone una selezione!

e ancora:




domenica 29 novembre 2009

Roberto Saviano sulle ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi

Dopo le ultime, disgustanti dichiarazioni del padrino del Consiglio, ecco la risposta, elegante e decisa, di Roberto Saviano:

"Raccontare le contraddizioni significa amare il proprio paese e non diffamarlo. Scrivere significa resistere e tentare di dare gli strumenti per cambiare. Dopo questa dichiarazione il mio pensiero va alle famiglie di chi è morto per scrivere di mafia. Immagino oggi il loro dolore. Per quanto mi riguarda continuerò a scrivere di poteri criminali. Continuerò a scrivere senza omertà di mafie. Dimostriamo che noi siamo l'italia di Falcone non della mafia."
Roberto Saviano



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“Cosentino farà un passo indietro”, parola di Silvio. E di ex velina

Il Popolo delle Libertà campano è ormai sull’orlo di una crisi di nervi: i sostenitori del no al sottosegretario schierano Francesca Pascale, consigliere provinciale. I cesariani rispondono dandole della “bocchiniana”.


Cosentino sì o no? Il sottosegretario all’economia sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa sta spaccando il Popolo delle Libertà campano, ormai equamente diviso in sostenitori e non. Questi ultimi sono sempre più agguerriti: alle parole diPaolo Cirino Pomicino, che, nelle vesti diGeronimo, su Liberoha detto chiaramente che è inopportuno candidarlo. A fargli eco, su Repubblica Napoli di oggi, addirittura Silvio Berlusconi. Almeno, stando a sentire quanto dice il consigliere provinciale Francesca Pascale. Che non parla certo da disinformata, anzi.




Un "garante" della Costituzione?


In molti si aspettavano un intervento di Giorgio Napolitano sull’escalation della tensione che si respira in Italia tra la politica e la magistratura o, meglio, tra Berlusconi e la giustizia. È da quando è stato bocciato il lodo Alfano che stiamo assistendo a continui attacchi alle basi fondamentali di uno Stato di diritto, siano gli attacchi frontali di Berlusconi alla Consulta e alle toghe, siano le proposte di legge sull’immunità parlamentare, sia il ddl sul «processo breve», sia il Parlamento scavalcato continuamente dall’Esecutivo. I 3 poteri – l’esecutivo, il legislativo e il giudiziario – mostrano segni di insofferenza verso le loro stesse autonomie.





Magari...


Ve la ricordate l’indagine aperta su Beppino Englaro, l’anestesista Amato De Monte e la sua équipe per omicidio volontario? Quella avviata in seguito a svariate denunce, definita immediatamente un «atto dovuto»? Bene, fortunatamente sta per essere archiviata. I pm infatti hanno verificato l’insussistenza del reato contestato. Ora si aspetta la parola del gip e, dunque, la fine della vicenda.




Come non farsi dare del mafioso


Per una volta ci sentiamo in dovere di dare consigli a Silvio Berlusconi. Poveretto, tutti gli danno del mafioso: i suoi due giornali s’inventano avvisi di garanzia che (al momento) non ci sono, riportando all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni aspetti del suo passato venuti a galla solo nel 2001 con l’intervista di Travaglio a Satyricon e presto, anzi prestissimo, dimenticati. Oggi, grazie a Belpietro e Feltri, si torna a parlare anche in tv di Berlusconi mafioso. Ecco perché, certi dell’assoluta integrità morale del premier, gli offriamo un decalogo per non farsi accusare di concorsi vari ed eventuali che abbiano a che fare con la mafia, rivolgendoci direttamente a lui.





Un popolo in viòla per chi vìola la Costituzione


Ore 10.30 Via Urbana 137 a Roma. Cerchiamo il cinema Detour e arriviamo davanti alla “Bottega equo solidale” del quartiere Monti considerato da sempre crocevia di intellettuali della sinistra romana . Sulla porta troviamo Emanuele e Francesco : accolgono i partecipanti alla conferenza stampa come succede ai frequentatori di Facebook: sorriso e abbraccio spontaneo cercando contemporaneamente di collegare profili a quei volti sfocati “condivisi” tante volte in discussioni, link, note o in un semplice scambio di idee o di di emozioni. Tra poco si parlerà del NO BERLUSCONI DAY, destinato a passare alla storia come il primo evento italiano organizzato dal popolo della rete. Per molti di noi è come fare un salto indietro di 30 anni: una sala piccola, con tante facce giovani, la voglia di discutere, di scegliere, di contribuire a dare una svolta alla politica di questo Paese.




sabato 28 novembre 2009

Sovversivo

«In arrivo un avviso di garanzia». Il tizio del Consiglio : «Mi sono occupato di Cosa Nostra soltanto per raccontare le storielle»

Come dargli torto? Nel suo immenso repertorio, che va dal malato di AIDS al lager nazista, ce ne sarà sicuramente una anche dedicata alla mafia: “C’erano un tedesco, un inglese e un siciliano …” magari la racconterà durante la diretta fiume in TV che ogni tanto minaccia, per spiegare a tutti gli italiani perché e come i giudici comunisti vogliano sovvertire lo Stato.




venerdì 27 novembre 2009

Una domanda a Silvio: sei il MANDANTE DELLE STRAGI?

Altro che cazzate, come ci raccontava qualche giorno fa Marcello Dell’Utri! Altro che presidente del consiglio che passerà alla storia per aver sconfitto la mafia! E’ cominciata la guerra civile, o meglio, penale. Per lui! Il privato corruttore ed evasore fiscale Silvio Berlusconi. E’ cominciato un momento storico per l’Italia. Ora non so cosa succederà. O meglio, spero di sbagliare profezia. Se mi dicessero che Berlusconi si è già dato alla fuga col suo jet per qualche atollo sconosciuto non mi meraviglierei. Se mi dicessero che ha già allertato i servizi segreti deviati per far fuori determinati giornalisti e determinate voci libere (blogger compresi), piuttosto che oppositori politici o parenti di altri mafiosi, non mi meraviglierei altrettanto. Le minacce di morte al presidente del Senato Renato Schifani e sembra anche a Marcello Dell’Utri, non mi meraviglierei se si rivelassero deviate per creare confusione (un po’ alla Francesco Guzzardi). La crisi ha colpito anche i vertici della mafia. Si sono decisi a parlare in coro. Tengono tonalità e ritmo. Per il privato corruttore il ballo si fa difficile. Insostenibile.




Italia dall'estero: «Silvio libero»

Libertà penale grazie a Berlusconi



Roma. Decine di migliaia di imputati in Italia possono rallegrarsi del recentissimo scudo giudiziario che deve proteggere il capo del governo Silvio Berlusconi dalle condanne. Uno dei beneficiari è il comproprietario dell’ex stabilimento Eternit Stephan Schmidheiny. Il processo a Torino, nel quale l’industriale svizzero deve rispondere di 2000 decessi per l’amianto, andrà probabilmente in prescrizione grazie al disegno di legge per salvare Berlusconi.
Come pure il processo contro l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi. Migliaia di piccoli risparmiatori che hanno perso i loro risparmi nel 2003 a causa del crack da 14 miliardi di euro, vedono svanire la speranza che i colpevoli vengano condannati.




giovedì 26 novembre 2009

L'appello di Pertini e i padri della Patria


Esistono ancora dei “padri della patria” in Italia? E oggi che appello farebbero ai giovani? Su Facebook, rilanciato dalla pagina del No B. Day, sta circolando un video del presidente Pertini. È un “appello ai giovani” nel quale il presidente dice semplicemente “la politica deve essere fatta con le mani pulite” e “se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi deve essere denunciato”. Parole semplici, ma forti e attualissime.




Se questo è uno Stato


È vero, Renato Schifani è stato l’avvocato di mafiosi patentati (o non ancora definiti tali) ma era la sua professione. E poi, i mafiosi qualcuno dovrà pure difenderli nelle aule di giustizia o no? E’ vero, Renato Schifani è stato l’avvocato di un costruttore palermitano poi risultato legato a Cosa Nostra, proprietario di un palazzone dove, forse non casualmente, andarono ad abitare alcuni tra i boss più sanguinari. Ma lui che c’entra con le questioni di condominio? Adesso esce fuori l’informativa Dia nella quale il pentito Gaspare Spatuzza sostiene di aver visto, nei primissimi anni Novanta, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. Sì, quello successivamente condannato all’ergastolo per le stragi mafiose del ’92-‘93 e per l’omicidio di don Puglisi.




mercoledì 25 novembre 2009

Il Giornale si manda da solo le minacce firmate BR

Laddove qualcuno avesse ancora dei dubbi, è chiarita (almeno in questo caso) l'origine di alcune strampalate lettere pseudo-minatorie ricevute dai giornali di Papi:
E’ stato lo stesso destinatario delle minacce, un giornalista collaboratore della sede genovese del Giornale, a scrivere il presunto volantino delle Brigate Rosse recapitato in redazione. Lo hanno accertato gli agenti della Digos di Genova che hanno denunciato l’uomo per simulazione di reato e procurato allarme, come spiega l’Ansa.




La Camera archivia Cosentino in due ore


La Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Parlamento italiano ha deciso: Nicola Cosentino non deve essere arrestato. I magistrati hanno impiegato molti anni per raccogliere le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i riscontri alle accuse di nove pentiti che hanno portato alla formulazione dell'accusa per concorso esterno in associazione camorristica contro il sottosegretario all'economia del Governo Berlusconi. Il primo pentito, Dario De Simone, risale al 1996. La prima richiesta di arresto per il coordinatore del Pdl in Campania è del 17 febbraio 2009.




Schifani e la Mafia, parla David Lane, dell'Economist


“Pronto? Sì, mi dica”. Scusi, la chiamo per porle qualche domanda su Renato Schifani: non so se ha letto l’inchiesta di Marco Lillo, pubblicata venerdì, sul coinvolgimento del presidente del Senato in una vicenda legata ad alcuni capi della mafia. “Certo, ma c’è poco sa stupirsi...”. Cosa? “Ha presente che paese è diventato l’Italia?”. Già. Così parliamo con David Lane per avere un occhio “neutro” sul nostro paese: lui, da trent’anni vive nello Stivale, inviato dell’Economist, scrittore e autore di importanti inchieste sul malaffare, come L’ombra del potere. Ci risponde con una calma serafica. La calma di chi sa, e ha le prove.

Quindi...
Semplice, quest’inchiesta si inserisce perfettamente in un clima politico marcio, dove nessuno si prende le sue responsabilità. Figurarsi le dimissioni.





Nuovo pentito: “Berlusconi mandante delle stragi”


Pietro Romeo, ex soldato dei boss Filippo e Giuseppe Graviano, è un gigante che pesa più di un quintale. Il suo ruolo nei delitti di Cosa nostra era quello di torturare con ferocia e strangolare a mani nude. Tra le sue fauci sono morti Gaetano Buscemi dopo otto ore di interrogatorio e scioglimento nell’acido risparmiato “per permettere a mia moglie di venirmi a trovare sulla tomba” e un giovane di Villabate, fatto a pezzi e buttato giù per le scarpate dell’entroterra palermitano.




Perspicacia padana: “Ma cos’ha un trans che una donna non ha?”


Radio Padania, venerdì sera. Trasmissione dei Giovani padani. Mentre i ragazzi in studio assicurano che "gli uomini della Lega non vanno con i trans perché a noi piacciono le donne" (quasi ai livelli di Ahmadinejad: "In Iran non ci sono gay"), ché "andare coi travoni" è "roba da cani" ed i transgender andrebbero chiamati "bestie", l’unica donna del gruppo non si dà pace, e sconsolata si chiede: "Ma perché gli uomini ci vanno? Cos’ha un trans che una donna non ha?"…




Processo breve: l’arroganza di Gasparri

Il politico del Pdl a difesa del diciannovesimo ‘aiutino’ a Berlusconi.

Comincia oggi l’iter legislativo dell’ennesimo provvedimento scritto per ‘aiutare’ il presidente del Consiglio. Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha commentato in questo modo le affermazioni fatte sull’argomento dall’Associazione nazionale magistrati: “L’Anm farebbe bene a ripassare le tabelline. I numeri sparati sui processi che cadrebbero in prescrizione con il ddl sulla ragionevole durata dei processi sono completamente destituiti di ogni fondamento. Vorremmo sapere da che cosa li hanno dedotti, da dove li hanno estratti. Riflettano bene su quello che hanno detto e poi ripassino la matematica. Eviteranno di sparare altre fesserie”.
Che un senatore si esprima in questo modo nei confronti di chiunque è criticabile, che poi lo faccia negando dati diffusi da specialisti e col fine di sostenere un progetto di legge palesemente anticostituzionale è avvilente.




Cesare Battisti e l'ergastolo

Coraggio, ormai ci siamo. Ancora qualche mese, forse appena qualche settimana, e poi Cesare Battisti sarà estradato in Italia: e il mondo finalmente sarà un luogo più sicuro per tutti. Un giardino fiorito dove portare i figli a giocare, senza più dover temere le insidie degli empi Proletari Armati per il Comunismo.
Sul serio, fa bene al cuore sapere che non c'è luogo al mondo dove un terrorista possa nascondersi all'occhio di una Giustizia implacabile. Anche se dopo tante chiacchiere forse abbiamo perso un po' di vista la vicenda in sé. Forse è meglio tornare ai fondamentali: perché merita di scontare l'ergastolo, Cesare Battisti?




Senza pietà, la Moratti contro i Rom di Milano


Giovedì mattina i bambini della scuola elementare Elsa Morante di via Pini a Milano non hanno trovato sui banchi i loro compagni rom. Senza alcun preavviso e senza ascoltare le richieste di genitori, insegnanti, associazioni, il Comune ha sgomberato il campo rom che sorgeva nell'ex area Enel di via Rubattino e che ospitava quasi trecento persone, tra cui 50 minori.




martedì 24 novembre 2009

Alfano che dice le bugie

Il ministro: “Nessuno ha mai spiegato perché le inchieste sul premier partono dal 1994”. Forse perché iniziano anni prima.



Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, minacciato di sfratto da Silvio Berlusconi tre giorni fa in caso di mancata approvazione della legge che ammazza i suoi processi, comunica: “Nessuno è riuscito a rispondere alla domanda su come mai tutte le inchieste si sono concentrate su Berlusconi soltanto dal 1994 in poi, mai per fatti funzionali alla sua attività politica, ma per fatti che vanno dal 1994 a ritroso”.




Il pentito Spatuzza: “Graviano mi disse di un patto con Berlusconi”


Il pentito Gaspare Spatuzza nell’udienza del 18 giugno scorso ai pm di Firenze Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi, ha parlato di “patto” che il boss Giuseppe Graviano strinse nel ‘94 con Berlusconi e Dell’Utri. Senza mediazioni. L’incontro avvenne nel gennaio del ‘94 al bar Doney di via Veneto a Roma, durante il piano del fallito attentato ai Carabinieri allo stadio Olimpico. Ecco le parole di Spatuzza:




«Non interessa alla gente»


Il nuovo corso del Pd bersaniano sembra incentrato sul consueto postulato con cui ci hanno ammorbato per un quindicennio: quello secondo cui la Questione Berlusconi «non interessa alla gente», sicché bisogna parlare dei «veri problemi della gente», cioè lavoro, scuola, sanità e così via.
A me sembra che il ragionamento – se di ragionamento si tratta – abbia in sè un bel baco.





Ronda condominiale

Ancora Milano, ancora razzismo, patetico ma cinicamente divertente, come riesce ad essere spesso la propaganda di questo governo imbecille. Non si era ancora spenta l’eco dell’operazione “Bianco Natale” che ora arrivano “Le ronde del vicinato”. La nuova operazione “sicurezza” invita i cittadini a tenere sotto controllo il territorio antistante la finestra di ciascuno, il proprio cortile, il proprio pianerottolo. Si consiglia al cittadino di affacciarsi quando un cane abbaia, segnalare le targhe delle auto sospette, non restare chiusi in casa quando suona un allarme. Quel che invece non è scritto, ma sott’inteso nel volantino di propaganda razziale, è che d’ora in poi si potrà attuare la delazione essendo premiati anziché puniti.






Senti che puzza, scappano anche i cani


Il Gazzettino pubblica la classifica delle truffe allo stato negli ultimi cinque anni:

  1. Sicilia
  2. Veneto
  3. Lombardia
  4. Campania
  5. Puglia
  6. Piemonte
  7. Calabria


Non me ne vogliate, amici della Lega, se mutuo il vostro linguaggio colorito: se è vero che i cani scappano per la puzza, scappano pure dalla vostra.

via Metilparaben

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lunedì 23 novembre 2009

Italia dall'estero: «La Lega Nord e la purga etnica del “bianco Natale”»

Dopo il giornale belga, anche The Independent parla del razzismo italiota:

Il consiglio comunale della località settentrionale italiana di Coccaglio quest’anno sogna un “bianco Natale”. Ma la melensa canzone di Bing Crosby non ha nulla a che fare con le idee della giunta. Tutt’altro: gli esponenti locali della xenofoba Lega Nord si affidano a una sorta di pulizia etnica stagionale per purificare il paese. Stanno per emettere un’ordinanza ufficiale per identificare ed espellere quanti più extracomunitari possibile prima di Natale.




Gli stronzi


Oggi in Italia volano stronzi a destra e a manca. Soprattutto a destra però. Fini, sempre in vena di smaracarsi, ha detto che «chi dice che gli stranieri sono diversi è uno stronzo». Calderoli, sentitosi evidentemente chiamato in causa, ha immediatamente replicato che «è altrettanto stronzo chi illude gli immigrati. È infatti una stronzata, per usare il linguaggio di Fini, illudere gli extracomunitari che il nostro è il Paese di "Bengodi" e che c’è lavoro per tutti, visto che il lavoro manca in primo luogo ai nostri cittadini. Fare questo è pura demagogia e allora si spalancano le porte a migliaia di persone destinate a finire nella rete delle illegalità, della criminalità o dello sfruttamento».




Italia dall'estero. «Comune italiano vuole espellere tutti gli illegali per un ‘Natale bianco’»


Il belga "De Morgen" scrive delle tristi vicende legate alle iniziative del partito xenofobo italiano:

L’operazione ‘Bianco Natale’ deve assicurare che tutti gli immigrati illegali siano spariti dal comune nord-italiano di Coccaglio, vicino a Brescia, prima del 25 dicembre.
Il sindaco Claretti, della Lega Nord, ha dato ordine di controllare i permessi di soggiorno di circa 400 stranieri nella cittadina, che conta all’incirca 7.000 abitanti. “Qui non c’è nessuna criminalità”, spiega Claretti in un’intervista con il quotidiano La Repubblica, “ma vogliamo semplicemente fare pulizia”.




Le eco-bufale di Silvio e cosa ha detto davvero l’Ocse

Pubblicato l’ultimo “outlook” dell’organizzazione economica parigina. Per l’Italia, previsioni a tinte fosche. Ripresa incerta, più disoccupazione e conti pubblici fuori controllo. Le stesse cose che, “dati alla mano”, abbiamo (prima) sostenuto noi.



La disoccupazione italiana salirà all’8,5% nel 2010 e all’8,7% nel 2011. Quest’anno, la quota dei senza lavoro passerà dal 6,8% al 7,6%. Il nostro Pil calerà del 4,8% quest’anno per poi tornare a crescere solo intorno all’1% per il prossimo biennio confermando, in sostanza, quella previsione che vuole che solo verso il 2015 torneremo agli stessi livelli di crescita che avevamo nel 2007. Questo è quanto prevede l’Ocse nel suo Economic outlook di novembre.




Toghe rosse e cervelli in fuga


Prosegue lo scontro sulla giustizia. Ad infiammare l’ambiente sono state le parole odierne del procuratore aggiunto di Milano Spataro, intervistato dall’Annunziata nel programma In mezz’ora. La toga milanese, dunque rossa, ha bocciato senza appello il ddl Gasparri-Quagliariello-Bricolo sul processo breve: «Il ministro [Alfano, nda] viene in Parlamento dicendo che solo l’1% dei processi sarà soggetto a questo abbattimento. Allora dov’è il problema? Vuole dire che il 99% dei processi funziona egregiamente. Vuol dire che il 99% dei cittadini non si lamenta? Nell’1% forse c’è qualcuno che ha interesse a bloccare il processo».




“Troppi potenti coinvolti, le fiamme sono un avvertimento”

Luxuria: è stata massacrata dai media e lasciata in mano ai killer. I big tirano un sospiro di sollievo


“Sono stata, purtroppo, profeta di sventura, una... Cassandra...”: e mentre lo dice, per la prima volta l’eloquio tambureggiante e affilato di Vladimir Luxuria si interrompe, annega nell’amarezza. Tono disincantato, a tratti sarcastico, infine la rabbia. Lei l’aveva detto, prima del rogo: “Attenti, Brenda va protetta”.




“Sosteniamo Antonio Tabucchi” - Firma l’appello di Le Monde

Le Monde, quotidiano progressista francese, scrive:


Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori contro ogni abuso di potere e le ragioni di Stato.




Il meglio della settimana #5


Durante l'ultima settimana sono stati pubblicati 40 articoli: eccone una selezione!




sabato 21 novembre 2009

Bersani: immobile o soprammobile?


Dicevamo di volere un Pd che decide, con una linea unica e chiara. Chiedevamo che si facessero scelte coraggiose, e che soprattutto si cominciasse a “fare le cose”. Anche perché per troppo tempo non si era fatto altro che parlarsi addosso, sbrodolandosi di autoreferenzialità. Ci abbiamo quasi sperato, anche dopo l’elezione con le primarie, quando da Fazio disse che avrebbe messo mano ai problemucci di clientele del Sud (una specie di rivoluzione, dentro il Pd). E invece è stato quasi un mese in silenzio. Fatta eccezione per la frase ripetuta ossessivamente a tutti i Tg secondo cui, e giustamente, oramai è evidente che Berlusconi pensa solo agli affari suoi e che ai problemi della gente non ci pensa nessuno (e fosse per ciò che fa Bersani, aggiungeremmo, nessuno davvero). Finalmente una buona notizia: Bersani dixit.




Lannes, giornalista nel mirino: “Scorta non per me, ma per la mia famiglia”


“Non voglio protezione per me, ma piuttosto per la mia famiglia...” Gianni Lannes, giornalista free-lance e direttore del portale Italiaterranostra, autore di numerose inchieste, dal caso Ilaria Alpi, alle navi dei veleni, fino al traffico di armi e di rifiuti, si rivolge alle istituzioni. Lannes è ormai avvezzo a intimidazioni, lettere minatorie, effrazioni, freni sabotati, macchine incendiate. Il più recente di questi episodi risale a soli due giorni fa, martedì 17 novembre, una nuova intimidazione che si aggiunge al grave episodio del 5 novembre, l'auto fatta esplodere sotto casa...




Alemanno, un sindaco senza politica e senza radici

Dalle urne in poi solo delusioni per quella periferia su cui pure il nuovo primo cittadino dell’Urbe aveva tanto puntato


L’ elezione di Alemanno al Campidoglio aveva dato speranza alle periferie popolari e alle classi sociali piu’ deboli affinche’ , finalmente, principiasse una politica che tutelasse gli interessi dei cittadini contro lo strapotere e le pressioni delle potenti lobby affaristiche romane.




Italia dall'estero: «Italia, aumentano gli immigrati»


Nonostante la crisi economica e occupazionale e in particolar modo il “pacchetto sicurezza” che considera l’immigrazione clandestina un reato, gli immigrati continuano a scegliere l’Italia come paese in cui emigrare. Secondo dati della Caritas, nella penisola italiana la presenza documentata di stranieri ha raggiunto i 5 milioni, che rappresentano il 7,2% della popolazione totale, superando la media di 6,5% dell’Unione Europea e se si considerano i clandestini la percentuale è superiore al 10%.
Il famoso “pacchetto sicurezza”, legge proposta da un piccolo partito xenofobo radicato nel nord Italia e grande alleato del partito di Berlusconi, non piace né alla Conferenza Episcopale Italiana né al Vaticano stesso. I vescovi italiani hanno spiegato che l’azione dell’attuale governo di comparare l’immigrato con il delinquente ha creato tutta una serie di opinioni erronee e non giustificabili. Papa Benedetto XVI ricevendo i partecipanti nel Congresso Mondiale Pastorale per gli immigrati che si celebra a Roma, ha affermato che tanti immigrati abbandonano il loro paese per scappare da condizioni di vita umanamente inaccettabili e nonostante questo non trovano l’accoglienza che speravano”.




Riaperta d’urgenza la Repubblica di Salò


Mercoledì il piccolo duce ha smentito di aver mai pensato alle elezioni. Dunque, vista la sua innata sincerità, ci sta pensando seriamente. Per ora manda avanti l’apposito Schifani, ventriloquo da riporto, per vedere l’effetto che fa.

Perché lo faccia, è lampante: come nel 1992 il crollo della Prima Repubblica ne scoperchiò la scatola nera sversando i liquami di Tangentopoli e Mafiopoli, così ora salta il tappo della cloaca politico-affaristico-mafiosa denominata Seconda Repubblica. Le tubature non tengono più, i miasmi si spandono dappertutto. E non passa giorno senza che questa o quella procura s’imbatta, anche involontariamente, in un condotto della Fogna delle Libertà. In Campania l’arresto di Cosentino & C. A Palermo Spatuzza, Grigoli e Ciancimino jr. parlano di Dell’Utri e Berlusconi ai tempi delle stragi e delle trattative. In Puglia c’è Giampi col suo harem di escort bipartisan. A Milano mister Grossi, re delle cosiddette “bonifiche ambientali”, è in carcere con la moglie del vicecoordinatore nazionale del Pdl Abelli, e dietro la porta gli amici Formigoni, Lupi, Gelmini e Berlusconi tremano all’idea che qualcuno parli. Intanto saltan fuori gli altarini della Arner, la banca svizzera usata da noti mafiosi per riciclare soldi sporchi (indovinate di chi è il conto corrente numero 1).






Il senatore di Corleone


Una straordinaria inchiesta di Marco Lillo comincia a rimettere le cose al loro posto. Renato Schifani, il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, prima di entrare in politica e almeno sino a otto anni fa, aveva tra la clientela del suo studio legale palermitano molti personaggi processati e spesso condannati per fatti di mafia. Non è un reato, ma è un fatto su cui sarebbe utile aprire una riflessione. Schifani, che due boss di Cosa Nostra di alto livello come Nino Mandalà e Simone Castello definivano in una loro celebre conversazione come "il senatore di Corleone" (quello era infatti il suo collegio elettorale), assisteva come civilista mafio-imprenditori nella stesura di contratti, nelle controversie al Tar e, qualche volta, nei rapporti con la pubblica amministrazione. Trovare tracce documentali del suo curriculum non è però semplice.




venerdì 20 novembre 2009

Cosa c’entra Dell’Utri con Berlusconi?


I rapporti umani possono essere pessimi, cattivi, buoni, splendidi o indifferenti. Alla base di tutto, però, ci deve essere onestà intellettuale. Senza onestà intellettuale, la dialettica esce dai binari della logica e perde ogni contenuto di comunicazione.

L'altroieri sera Peter Gomez, ospite di Exit, è stato invitato dalla conduttrice a spiegare da cosa esattamente il DDL Processo Breve – ma sarebbe meglio chiamarlo distruggi processi – deve salvare Silvio Berlusconi.  Gomez ha elencato tutti i processi che pendono sul capo del premier, sul capo di un capo, cioè di un capo di governo.




Italia vista dall'estero: «Berlusconi all’opera per evitare la giustizia»

Le Figaro, giornale conservatore francese, riporta questa notizia.




Giovedì mattina è stato depositato in Senato il progetto di legge che limiterà il tempo accordato ai tribunali per condurre a termine un processo. L’adozione di tale legge manderebbe in prescrizione due dei processi nei quali il Cavaliere è imputato.

Sei anni: è il limite massimo che verrebbe accordato ai tribunali per portare a termine i processi in Italia. Questo è su per giù il succo del progetto di legge presentato giovedì mattina al Senato dal partito di Silvio Berlusconi (PDL) e dalla Lega Nord. La sua adozione eviterebbe al presidente del Consiglio di dover comparire di fronte alla giustizia.




Corrispondente francese critica Berlusconi su un quotidiano controllato dai russi: licenziata



Quando due campioni della libertà d’informazione come Berlusconi e Putin stringono amicizia, può succedere anche questo: che all’improvviso si faccia dura la vita per quei corrispondenti stranieri che osino criticare il nostro premier su un giornale controllato da magnati russi. Traduco da Le Monde:




NO ALLA VENDITA DEI BENI CONFISCATI… Firmate l’appello!

n785913814_1451405_4249443Vi chiediamo un minuto del vostro tempo.
Avrete sentito che un emendamento introdotto in Senato alla recente finanziaria prevede la messa in vendita di quei beni confiscati alle mafie che non si riescono a destinare entro 3 o 6 mesi. Un tale sciagurato emendamento rischia di compromettere seriamente quella che in Italia è uno degli strumenti più efficaci per il contrasto (sociale e non) alla criminalità organizzata: la Legge 109/96.
Vi chiediamo dunque di firmare l’appello lanciato da “Libera”, per far sentire ancora una volta la voce di quella società civile che crede nell’antimafia e che ancora (nonostante tutto) crede nei valori dello Stato.
Per favore, fate circolare questo appello quanto più possibile tra la vostra rete di amici, parenti e colleghi.
Se continuate a leggere, troverete un articolo di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele.




giovedì 19 novembre 2009

L’Autunno Caldo dei precari della scuola? C’è nelle piazze, non si vede in TV

Il coordinamento dei precari della scuola, in una conferenza stampa denuncia il taglio di 50.000 posti di lavoro solo per quest’anno, e l’assenza dei media su una mobilitazione che dura da mesi ma che non “buca” il video. Annunciata per il 6 di dicembre una serie di manifestazioni e sit-in davanti alle sedi regionali della RAI. I precari, forti dell’appoggio di studenti e famiglie, chiedono il “licenziamento” del Ministro Gelmini e l’attenzione del mondo della comunicazione nella battaglia per la difesa degli standard della scuola pubblica.

Di seguito il testo del comunicato diffuso oggi:





Retrocessi sul telecomando

Il comitato di redazione di RaiNews24 scrive:

«A Roma si completa il passaggio al digitale terrestre e Rainews24 viene retrocessa dal numero 16 del telecomando al 42. Una decisione che arriva da una intesa in sede Dgtvi che di fatto penalizza fortemente il canale all-news del servizio pubblico radiotelevisivo. Cio' che e' ancora piu' preoccupante e' che - come anticipano oggi
alcuni quotidiani - il nuovo canale di Sky "Cielo", che sara' fortemente alimentato da SkyTg24, trovera' posto al numero 10. E' evidente che il posizionamento di un canale ha un peso decisivo anche nell'affermarsi delle abitudini dei telespettatori, soprattutto nella prima fase del passaggio al nuovo sistema.




Poliziotti on line contro Mediaset


Su Facebook chiamano colleghi e simpatizzanti a raccolta: sono “I poliziotti che non guarderanno più i tg Mediaset”. Hanno già aderito 2.800 persone: “Dopo il minuscolo spazio” scrivono “dedicato alla nostra manifestazione nazionale da parte delle reti Mediaset, non guardiamo più il Tg5, il Tg4 e Studio Aperto. Facciamo sentire il nostro dissenso. Anche per difendere la libertà d’informazione”. Il 28 ottobre i poliziotti sono scesi in piazza dinanzi Palazzo Chigi. Erano in quarantamila (su un totale di 110.000 agenti italiani) per chiedere mezzi e risorse. Sandro Chiaravalloti, il segretario del Siap-Piacenza che ha lanciato l’appello su Facebook, ci dice che le loro rivendicazioni riguardano le buste paga (proposti 40 euro lordi di aumento, nonostante il contratto sia scaduto da due anni), ma soprattutto mezzi e risorse: “Non stiamo lavorando – ci dice Sandro – non ci sono neanche i soldi per la carta, ci sono colleghi che comprano di tasca loro i toner e le cartucce per poter lavorare.





La lunga guerra tra Fini e Berlusconi


Silvio Berlusconi dice: “Mai pensato al voto anticipato”. Dovrebbe essere una dichiarazione rassicurante, dopo il grande strappo. Invece è una correzione tattica che scongiura momentaneamente la precipitazione di una crisi, ma non seda le polemiche nel centrodestra. Anzi. Mentre il presidente del Consiglio fa retromarcia sull’affondo di Renato Schifani, nella coalizione, su almeno tre diversi fronti, si aprono crepe profonde che evidenziano un malessere ormai strutturale. In serata, dopo un voto di fiducia sulla privatizzazione della gestione delle reti idriche, a cui la maggioranza era stata costretta dai tanti distinguo (soprattutto della Lega) in tutti gli ordini del giorno successivi si è scatenato il cecchinaggio dei dissidenti, e il governo è andato ripetutamente sotto. Qualcosa di più di un campanello d’allarme, un avvertimento. Giri per i corridoi del Parlamento, come se si attraversassero i teatri di posa di un set cinematografico,e ti rendi conto che cambia la scena, ma il copione del Pdl sembra lo stesso ad ogni ciak e su tutti i set: la maggioranza parlamentare più solida dal dopoguerra ad oggi sta implodendo da dentro,entra in fibrillazione da se, come se fosse afflitta da un male occulto.




Rumiz: silenzio sull’acqua, super-business per far cassa

«La storia dell’umanità lo dice chiaro. Chi governa l’acqua, comanda. Le prime forme di compartecipazione democratica dal basso sono nate in Italia attorno all’uso delle sorgenti». Lo scontro dunque non è tra pubblico e privato, ma tra controllo delle risorse dal basso e delega totale dei servizi, con conseguente, lucroso monopolio di alcuni. «Oggi potremmo dover rinunciare a un pezzo della nostra sovranità», scrive Paolo Rumiz su “Repubblica” il 18 novembre, data d’inizio della discussione alla Camera del decreto Ronchi che sancisce la privatizzazione delle risorse idriche, affidate alle aziende multi-utility.




Nessun vincolo europeo può giustificare l'intervento nei confronti dei processi penali in corso


Ridurre i tempi dei processi è senz'altro un obiettivo encomiabile, ed è vero che sino all'entrata in vigore della legge Pinto del 2001 l'Italia era il Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la durata dei processi (ora se ne occupano le Corti d'Appello nazionali, per cui su questo punto la relazione che accompagna il nuovo progetto di legge “taglia processi” è gravemente inesatta). Ma è del tutto pretestuoso invocare, come invece fanno all'unisono i portavoce della nuova iniziativa legislativa, questa pur legittima esigenza e gli obblighi internazionali posti dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo per raggiungere obiettivi a questi del tutto estranei. In particolare, nessun vincolo europeo può giustificare l'intervento nei confronti dei processi penali in corso.