venerdì 20 novembre 2009

Italia vista dall'estero: «Berlusconi all’opera per evitare la giustizia»

Le Figaro, giornale conservatore francese, riporta questa notizia.




Giovedì mattina è stato depositato in Senato il progetto di legge che limiterà il tempo accordato ai tribunali per condurre a termine un processo. L’adozione di tale legge manderebbe in prescrizione due dei processi nei quali il Cavaliere è imputato.

Sei anni: è il limite massimo che verrebbe accordato ai tribunali per portare a termine i processi in Italia. Questo è su per giù il succo del progetto di legge presentato giovedì mattina al Senato dal partito di Silvio Berlusconi (PDL) e dalla Lega Nord. La sua adozione eviterebbe al presidente del Consiglio di dover comparire di fronte alla giustizia.

Il testo risulta da un laborioso compromesso al quale martedì sono intervenuti Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Durante il faccia a faccia, che si è detta quanto si dice turbolento, è stato convenuto d’imporre un limite di tempo di due anni ad ogni fase giudiziaria, prima istanza, appello e Cassazione. In Italia c’è bisogno da otto a nove anni – e alla volte di più – per ottenere una sentenza definitiva.

In caso di mancata emissione di una sentenza definitiva entro sei anni [dal rinvio a giudizio, N.d.T.], le azioni giudiziarie per gli imputati che hanno commesso un reato che prevede una pena inferiore ai dieci anni di carcere e non sono pregiudicati, dovranno essere abbandonate.

Tutta una serie di gravi delitti, ad eccezione della corruzione, sono esclusi dal campo di applicazione della legge: pedofilia e delitti sessuali di ogni natura, immigrazione clandestina, crimini di sangue, incendi dolosi, appartenenza alla mafia e terrorismo.

L’Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) si dichiara sorpresa: “Sono almeno 100 000 i processi che salteranno, con un grave danno per coloro che reclamano giustizia”, afferma. E’ così che gli responsabili del crac del gruppo Parmalat, una frode di 14 miliardi di euro che ha leso 100 000 piccoli azionisti, non sarà più giudicata.

L’adozione del testo, che avrà senza dubbio la priorità in Parlamento, gioverà anche e in primo luogo, al presidente del Consiglio.

Lunedì riprende a Milano contro di Berlusconi il processo aperto per corruzione giudiziaria nell’affare David Mills. Questo avvocato d’affari britannico è stato condannato in appello a quattro anni e mezzo di prigione, per aver mentito durante una testimonianza sotto giuramento nel 1997, che riguardava le filiali straniere del gruppo Fininvest appartenenti al capo del governo. Silvio Berlusconi non si presenterà alla sbarra/al banco degli imputati. Presiederà quel giorno, a Roma, un vertice mondiale sull’alimentazione, che riunirà una cinquantina di leader del pianeta. Se la legge fosse adottata, questo processo, aperto 3 anni fa, sarebbe già prescritto. E lo sarà in ogni caso ad aprile 2010.

Sarà lo stesso per un altro processo di sovrafatturazione per l’acquisizione nell’acquisto di diritti televisivi, che deve riprendere a Milano a fine novembre e i cui termini di prescrizione non interverrebbero prima del 2012.
L’opposizione promette di che porterà avanti in Parlamento una battaglia accanita. I magistrati sono sul piede di guerra. Ma l’ostacolo principale che Silvio Berlusconi dovrà sormontare è al Quirinale. Il Presidente Giorgio Napolitano non è pronto a promulgare una legge che valuterà contraria alla Costituzione.

Articolo originale di Le Figaro, tradotto da Italia dall'Estero

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