venerdì 13 novembre 2009

L’Italia è una Repubblica in mano alla mafia


Siamo ben oltre il fascismo, siamo in mano alla mafia. Il fascismo si poteva contrastare, la storia insegna che combattere la mafia è pressoché impossibile. Si possono vincere piccole battaglie, ma ormai non si potrà più sconfiggere. Si è sempre detto, e io ci credo vivamente, che per sconfiggere la mafia ci vuole la volontà politica, ma se la politica la fanno i mafiosi … il resto vien da sé.
Io non guardo il TG1, invero tento di evitare tutte le televisioni di stato, sia quelle del tizio del consiglio, sia quelle del tizio di Mediaset, ma leggo molti giornali, tutti tranne quelli del tizio editore. Se avete avuto modo di leggere quanto accaduto lunedì sera al TG1, avrete avuto anche voi la mia stessa sensazione: “L’Italia è una Repubblica in mano alla mafia.” E sebbene l’indignazione di molti cittadini non si sia fatta attendere, e vi siano appelli da firmare anche on line, non cambierà nulla.

Quando un giornalista, palesemente servo del tizio della cosca del consiglio, viene mandato in televisione a spiegare a milioni di cittadini che non hanno (e non devono avere) accesso a Internet, che i magistrati che si occupano di mafia perseguono un ideale diverso da quello del partito a governo, si può affermare senza timore di smentita, che ormai è la mafia a governare non più il sud Italia, nelle sue differenti forme o culture, ma l’intero paese.

L’evoluzione delle cose, lascia allibiti. Siamo passati in brevissimo tempo da un periodo in cui persino si dubitava della reale esistenza della mafia, alla credenza popolare che in fondo fossero solo bravi omini a dorso di mulo e con un buffo cappello sulla testa; poi è stato chiaro che si trattava di associazioni criminali e sanguinarie. Oggi invece non solo si sa che la mafia esiste, che è una grossa lobby affaristica, ma nemmeno ci si nasconde più. È stato un lento processo, finalmente attuato. Iniziarono con la trasmissione riparatrice dopo una di denuncia su totò cuffaro, poi il senatore condannato in primo grado e mai dimesso. Recentemente ci fu quel bel siparietto in cui berlusconi e dell’utri dissero (in campagna elettorale) che Vittorio Mangano era un eroe. Per arrivare fino a ieri, fino a oggi. Due giornate cruciali: nella prima, come ho scritto, il direttore del maggior telegiornale italiano che dice ai cittadini che la magistratura è contro il padrino del consiglio, e che i magistrati, comunisti, lo vogliono far fuori; martedì il padrino del consiglio che rivolgendosi al sottosegretario all’Economia, per il quale i giudici (sempre loro eh!) hanno chiesto l’arresto, ha detto: “Tieni duro.” Si obbietterà che le leggi per i mafiosi ci sono, e che nessuno intende abrogarle. Può essere. In fondo è sempre meglio lasciarli in carcere che doverli fare fuori per poterli sostituire.

E ora, per favore, non ditemi: “spegniamo la televisione.” Sediamoci accanto ai più deboli mentre la guardano, e spieghiamo loro cosa sta succedendo, cosa stanno dicendo, cosa CI stanno facendo.

via R-ESISTENZA

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