mercoledì 25 novembre 2009

Processo breve: l’arroganza di Gasparri

Il politico del Pdl a difesa del diciannovesimo ‘aiutino’ a Berlusconi.

Comincia oggi l’iter legislativo dell’ennesimo provvedimento scritto per ‘aiutare’ il presidente del Consiglio. Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha commentato in questo modo le affermazioni fatte sull’argomento dall’Associazione nazionale magistrati: “L’Anm farebbe bene a ripassare le tabelline. I numeri sparati sui processi che cadrebbero in prescrizione con il ddl sulla ragionevole durata dei processi sono completamente destituiti di ogni fondamento. Vorremmo sapere da che cosa li hanno dedotti, da dove li hanno estratti. Riflettano bene su quello che hanno detto e poi ripassino la matematica. Eviteranno di sparare altre fesserie”.
Che un senatore si esprima in questo modo nei confronti di chiunque è criticabile, che poi lo faccia negando dati diffusi da specialisti e col fine di sostenere un progetto di legge palesemente anticostituzionale è avvilente.

Cosa di così sbagliato aveva detto l’Anm? Per i giudici se la legge sul cosiddetto processo breve dovesse passare sarà prescritto il 50 per cento dei procedimenti pendenti a Roma Bologna e Torino, mentre a Firenze, Napoli e Palermo, l’estinzione riguarderà una percentuale di procedimenti compresa tra il 20 e il 30 per cento.
L’associazione dei magistrati ha voluto ricordare i numeri al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, secondo il quale invece solo l’uno per cento delle cause sarebbero estinte.
Per l’Anm i dati smentiscono “clamorosamente le rosee previsioni” del Guardasigilli. La rilevazione è stata compiuta nei tribunali capoluogo dei maggiori distretti. E “sebbene si tratti dei primi dati comunicati dagli uffici giudiziari, essi sono calcolati su un campione particolarmente significativo e rappresentativo, perchè provengono dai tribunali delle grandi città”.
“Ora ci aspettiamo una discussione serena ma informata, che si estenda anche alla legge Finanziaria e alle residue possibilità di prevedere risorse e stanziamenti adeguati al rilancio della giustizia” hanno affermato il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini.
“Nei prossimi giorni, e anche in occasione del Salone di Rimini, dove saranno presenti tutte le componenti della giustizia -hanno annunciato – potremo fornire dati più completi e confrontarci con gli altri protagonisti del processo, senza dimenticare le vittime del reato”.
“Quel che non è possibile immaginare è che giudici e pubblici ministeri, ma anche gli organi di polizia giudiziaria, possano continuare a svolgere serenamente e con impegno il proprio lavoro, sapendo che la metà della loro attività sfumerà certamente entro il primo grado di giudizio. Nè si pensi che le percentuali, aritmeticamente inferiori, che risulterebbero tenendo conto di tutti i procedimenti per i quali sia stata esercitata l’azione penale, potrebbero tranquillizzare: la prescrizione, evidentemente, matura in corso di giudizio, e la sorte è quella che emerge dai primi numeri sia nei dibattimenti sia nei procedimenti in fase di udienza preliminare”.

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