«Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei», l’autore di “Gomorra”, rivolto al primo ministro. «Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi». Giustizia veloce? E’ il sogno di tutti, dice Saviano, ma occorre agevolare i tribunali e non bloccare i processi, cancellando così «anche la speranza di chi da anni attende giustizia». Per Saviano si tratta di affermare il diritto, impedendo che ad esso di sostituisca il privilegio.
L’appello ha ottenuto un’importante risposta nell’opinione pubblica: cresce di ora in ora la lista degli italiani che sottoscrivono l’appello lanciato dallo scrittore attraverso il quotidiano “Repubblica”. Oltre a bloccare i procedimenti nei quali è coinvolto il premier, la norma sul “processo breve” rischia infatti di mandare al macero processi importanti, dal caso Cirio a quello della Parmalat fino alla vicenda Thyssen, tutti eventi che hanno profondamente colpito profondamente l’opinione pubblica.

Cresce intanto anche il numero delle adesioni al “No-B day”, la manifestazione contro Berlusconi indetta a Roma per il 5 dicembre da Antonio Di Pietro e Paolo Ferrero, sostenuta dai 250.000 italiani che hanno già anticipato via web il proprio consenso. Tutto questo, mentre si accentua il contrasto tra Berlusconi e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, al punto da indurre il presidente del Senato, Renato Schifani, a dettare un ultimatum: maggioranza unita, o elezioni anticipate.
via Libre
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