“Che la situazione non fosse destinata a placarsi in poco tempo, nonostante la recente visita ufficiale in Svizzera del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, lo si era capito già qualche settimana fa quando sul Corriere del Ticino era apparso un editoriale che non faceva presagire nulla di buono – dice Mf – Scriveva il vicedirettore del quotidiano, Alfonso Tuor: “Le autorità italiane sono recentemente ricorse anche a strumenti di pressione eterodossi, come la registrazione delle targhe delle automobifi che attraversano la frontiera e anche lo sconfinamento in Ticino di agenti in borghese della Guardia di finanza. Quindi se, come probabile, non si riuscirà a ottenere soddisfazione attraverso le normali vie diplomatiche, il nostro Paese non dovrebbe escludere a priori di far valere le proprie ragioni mettendo al centro delle discussioni con Roma altri dossier che interessano grandemente l’Italia”. Insomma la minaccia era chiara: o l’Italia elimina la Svizzera dalla sua lista nera (nella quale figurano anche San Marino e Montecarlo, altri Paesi da cui è possibile rimpatriare i soldi solo fisicamente) oppure il Paese degli orologi, del cioccolato e delle banche metterà quanto prima mano a dossier ed elenchi non meglio determinati in grado di scuotere, raccontano i bene informati, «l’intero govemo italiano»”.E se davvero le autorità svizzere fossero pronte a venire meno al loro leggendario segreto bancario per ritorsione, ci sarebbe davvero da ridere. Conti correnti e portafogli titoli a destra e a sinistra: altro che escort e trans, qui si parla di denaro. L’unica cosa seria che ci era rimasta.
“Che la situazione non fosse destinata a placarsi in poco tempo, nonostante la recente visita ufficiale in Szzera del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, lo si era capito già qualche settimana fa quando sul Corriere del Ticino era apparso un editoriale che non faceva presagire nulla di buono - dice Mf – Scriveva il vicedirettore del quotidiano, Alfonso Tuor: “Le autorità italiane sono recentemente ricorse anche a strumenti di pressione eterodossi, come la registrazione delle targhe delle automobifi che attraversano la frontiera e anche lo sconfinamento in Ticino di agenti in borghese della Guardia di finanza. Quindi se, come probabile, non si riuscirà a ottenere soddisfazione attraverso le normali vie diplomatiche, il nostro Paese non dovrebbe escludere a priori di far valere le proprie ragioni mettendo al centro delle discussioni con Roma altri dossier che interessano grandemente l’Italia”. Insomma la minaccia era chiara: o l’Italia elimina la Svizzera dalla sua lista nera (nella quale figurano anche San Marino e Montecarlo, altri Paesi da cui è possibile rimpatriare i soldi solo fisicamente) oppure il Paese degli orologi, del cioccolato e delle banche metterà quanto prima mano a dossier ed elenchi non meglio determinati in grado di scuotere, raccontano i bene informati, «l’intero govemo italiano»“.
E se davvero le autorità svizzere fossero pronte a venire meno al loro leggendario segreto bancario per ritorsione, ci sarebbe davvero da ridere. Conti correnti e portafogli titoli a destra e a sinistra: altro che escort e trans, qui si parla di denaro. L’unica cosa seria che ci era rimasta.
via Giornalettismo
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