sabato 28 novembre 2009

Sovversivo

«In arrivo un avviso di garanzia». Il tizio del Consiglio : «Mi sono occupato di Cosa Nostra soltanto per raccontare le storielle»

Come dargli torto? Nel suo immenso repertorio, che va dal malato di AIDS al lager nazista, ce ne sarà sicuramente una anche dedicata alla mafia: “C’erano un tedesco, un inglese e un siciliano …” magari la racconterà durante la diretta fiume in TV che ogni tanto minaccia, per spiegare a tutti gli italiani perché e come i giudici comunisti vogliano sovvertire lo Stato.
Intanto, subito dopo i festeggiamenti per l’abolizione del lodo Al Fano, i giornali con soddisfazione annunciavano “Riprende il processo per corruzione.” In effetti è vero, il processo Mills nella parte dedicata al corruttore del consiglio è ripreso, con la volontaria estromissione dei giudici che hanno fatto condannare l’avvocato inglese, e con due udienze rimandate per “legittimo impedimento”, oltre che con il tentativo del deputato onorevole avvocato, di non far usare nel processo del suo padrone corruttore, gli atti del processo del corrotto.

Sovversivo. È bello il significato del termine; quasi romantico. Atto a mandar sossopra … ad abbattere … a violare. Ma se un tizio che governa lo stato tenta di abbattere il sistema giuridico dello stesso stato, non sarà forse un sovversivo? No, non in Italia. In questo paese è un perseguitato.

È un paese simile a un motore diesel di vecchia concezione, di quelli che davano il meglio di loro alla lunga. Ci voleva Spatuzza a raccontare dei soldi della mafia che fecero grande la Fininvest dell’uomo che si era fatto da solo. Perché agli italioti non bastava sapere della banca Rasini, quella che Sindona definì la banca della mafia. Perché non basta e non basterà la condanna di marcello dell’utri, la vicenda di Vittorio Mangano, le bombe, i ricatti, le minacce, le infiltrazioni mafiose nel governo.

Si continuerà a parlare di “certa magistratura politicizzata” quando andrà bene, e di giudici palesemente comunisti, quando interrotto un suo festino, il tizio del consiglio telefonerà in diretta TV col suo fare arrogante da capo tribù dell’Africa centrale.

Magari prima o poi sarà palese che ci governa un tizio che vive sotto ricatto delle mafie (il caso cosentino lo spiega bene) ma a quel punto il processo di normalizzazione sarà così avanti, che a nessuno importerà la verità. Sarà più semplice credere che anche la mafia è un’invenzione dei giudici eversori, e che per vivere tranquilli e sicuri sarà sufficiente eliminare i “negri”. A quel punto forse sarà visibile anche lo spreco di denaro pubblico della tangente faraonica che è la farsa del ponte sullo stretto di Messina, ma l’italiota troverà qualcosa di meglio da osservare divertito e schifato, forse un’altra storiella di sesso e di droga. Quel tanto di merda altrui che fa sentire tutti i comuni mortali dolcemente avvolti in una vita profumata.

via R-ESISTENZA

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