domenica 29 novembre 2009

Come non farsi dare del mafioso


Per una volta ci sentiamo in dovere di dare consigli a Silvio Berlusconi. Poveretto, tutti gli danno del mafioso: i suoi due giornali s’inventano avvisi di garanzia che (al momento) non ci sono, riportando all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni aspetti del suo passato venuti a galla solo nel 2001 con l’intervista di Travaglio a Satyricon e presto, anzi prestissimo, dimenticati. Oggi, grazie a Belpietro e Feltri, si torna a parlare anche in tv di Berlusconi mafioso. Ecco perché, certi dell’assoluta integrità morale del premier, gli offriamo un decalogo per non farsi accusare di concorsi vari ed eventuali che abbiano a che fare con la mafia, rivolgendoci direttamente a lui.


  1. 1- Rispondi sempre a tutte le domande. Non è il caso di dare adito a sospetti, per esempio avvalendoti della facoltà di non rispondere quando ti capita di essere sentito come testimone in un processo di un tuo amico stranamente incriminato per mafia. Soprattutto se le domande sono semplici semplici e mettono in dubbio la tua abilità nell’imprenditoria (come ad esempio «Cavaliere, dove ha preso i soldi?»), rispondi.
  2. 2- Non frequentare mafiosi. Sarebbe meglio evitare di mettersi in casa per oltre 2 anni un personaggio già attenzionato dalle forze dell’ordine e già ospite delle patrie galere, futuro condannato per mafia. Se poi proprio ti è capitato di avergli dovuto dare un lavoro e di averlo dovuto ospitare, se ha finanche provato a sequestrarti un ospite e ti ha pure piazzato una bombetta di fronte a una delle tue case, beh, cerca di tagliare i ponti definitivamente, magari anche allontanandoti da presunti amici che te l’hanno piazzato in casa e che, nonostante le condanne per mafia, continuano a frequentarlo. Soprattutto, evita quantomeno in pubblico di definirlo «eroe».
  3. 3- Se ti capita di essere al governo, non fare leggi che favoriscano la mafia. Non proporre e approvare per esempio uno scudo fiscale, l’istituzione delle aste per la vendita dei beni sequestrati alla mafia o l’eliminazione delle intercettazioni. Potresti far sorgere dei sospetti.
  4. 4- Non pagare il pizzo alla mafia. Anche se sei vittima di un’estorsione infatti, commetti un reato. Se ti capita, piuttosto fai una bella denuncia alla polizia. Essa è sotto il controllo dell’esecutivo, dunque ad oggi è a tua disposizione. Non è come la magistratura, indipendente da ogni potere. Se poi proprio ti capita di parlare di pagamenti alla mafia con delle forze dell’ordine, non dire che sei solito pagarle il pizzo perché sei ricco e la cosa non ti crea nessun problema. Tieni anche presente che, anche se è passato qualche annetto da quando hai ufficialmente versato denaro nelle casse dei mafiosi, se Confindustria Sicilia ha deciso di espellere gli industriali che cedono al racket mafioso qualcosa vorrà pur dire.
  5. 5- Se vengono fuori delle lettere che ti mettono in relazione con un boss, spiega il perché. Se salta fuori all’improvviso il figlio di un mafioso che porta ai pm delle lettere che evidenziano un contatto coi capi di Cosa Nostra, non barricarti dietro il silenzio e spiega al popolo come sia possibile una cosa del genere. Che so, magari si tratta di un caso di omonimia, di un errore dello scrivente, di... Beh, sei tu che ce lo puoi spiegare.
  6. 6- Non andare in giro a dire frasi come «se trovo quelli che hanno fatto nove serie de La Piovra e quelli che scrivono i libri sulla mafia e che vanno in giro per tutto il mondo a farci fare una così bella figura, giuro lo strozzo». Sai, suona un po’ come messaggio mafioso.
Ecco Silvio: questo è quanto ci è venuto in mente. Siamo convinti che se applichi queste 6 regolette, in un giorno la bolla di sapone creata ad arte dalla stampa di sinistra (Libero e Il Giornale) scomparirà nel nulla. Ricorda: rispondi alle domande; non frequentare mafiosi; non fare le leggi per la mafia; non pagarle il pizzo; spiega perché i mafiosi ti spediscono strane lettere; non usare frasi mafiose. Dovrebbe bastare a fugare ogni sospetto di favoreggiamento alla mafia, soprattutto se non l’hai mai favorita...


via Bile

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