Libertà penale grazie a Berlusconi
Roma. Decine di migliaia di imputati in Italia possono rallegrarsi del recentissimo scudo giudiziario che deve proteggere il capo del governo Silvio Berlusconi dalle condanne. Uno dei beneficiari è il comproprietario dell’ex stabilimento Eternit Stephan Schmidheiny. Il processo a Torino, nel quale l’industriale svizzero deve rispondere di 2000 decessi per l’amianto, andrà probabilmente in prescrizione grazie al disegno di legge per salvare Berlusconi.
Come pure il processo contro l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi. Migliaia di piccoli risparmiatori che hanno perso i loro risparmi nel 2003 a causa del crack da 14 miliardi di euro, vedono svanire la speranza che i colpevoli vengano condannati.
Il motivo di tutto ciò è il disegno di legge presentato questa settimana che deve proteggere il premier, dopo l’annullamento dell’immunità parlamentare da parte della Corte Costituzionale a inizio ottobre, dai suoi due processi penali in corso. Con il pretesto di venire in aiuto della giustizia inefficiente, il nuovo disegno di legge prevede un accorciamento degli attuali tempi della durata massima dei processi a sei anni, due anni per ciascuno dei tre gradi di giudizio. Ciò si adatta perfettamente ai due processi in corso per Berlusconi, che sono cominciati più di due anni fa.
Con l’accorciamento della durata dei processi Berlusconi condanna lo stato di diritto, perchè con la proposta non vengono archiviati solo i processi a carico del premier ma in un certo qual modo, come danno collaterale, andranno a monte anche centinaia di migliaia di altri processi.
Sono interessati soprattutto i procedimenti di una certa complessità e in particolare i reati finanziari. Restano esclusi dalla legge i delitti di mafia, l’abuso su minori, il rapimento, così come il reato di immigrazione clandestina e i reati di “allarme sociale”. Mentre grossi truffatori e bancarottieri ne escono impuniti, clandestini e ladri sperimenteranno il braccio duro della legge.
Così si adegua il rapporto superficiale con la giustizia, che riguarda anche altri rappresentanti di spicco della sua coalizione. Come Nicola Cosentino, Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze del Governo Berlusconi, che si è mostrato per nulla impressionato dal mandato di cattura spiccato nei suoi confronti questa settimana dalla magistratura campana per rapporti con la mafia: ha confermato, con l’appoggio di Berlusconi, che in primavera si candiderà a presidente della Campania, la regione dove più forte è la camorra.
Articolo apparso sul tedesco Frankfurter Rundschau [traduzione di Italia dall'Estero]
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venerdì 27 novembre 2009
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