sabato 21 novembre 2009

Alemanno, un sindaco senza politica e senza radici

Dalle urne in poi solo delusioni per quella periferia su cui pure il nuovo primo cittadino dell’Urbe aveva tanto puntato


L’ elezione di Alemanno al Campidoglio aveva dato speranza alle periferie popolari e alle classi sociali piu’ deboli affinche’ , finalmente, principiasse una politica che tutelasse gli interessi dei cittadini contro lo strapotere e le pressioni delle potenti lobby affaristiche romane.

SPERANZE - Si sperava in un cambio di rotta netto dalla quella politica di “vetrina ” fatta da Veltroni Rutelli ( che addobbavano a festa il centro cittadino ad uso turistico e nascondevano sotto il tappeto il malessere delle periferie) ma, a piu’ di un anno dall’ insediamento del neo sindaco, la delusione e’ cocente. La non politica di Alemanno, la sua ossessione di voler piacere a tutti e a tutti i costi gli ha fruttato l’ esatto opposto con una popolarita’ in declino proprio tra quelle fasce sociali che lo avevano sostenuto a gran voce. Di tale proporzione e’ la crisi politica e gestionale del Comune di Roma che sono ormai mesi e mesi che in aula non c’e’ una seduta che vada liscia , spesso viene a mancare il numero legale proprio da parte di quella maggioranza che dovrebbe sostenere Alemanno ma che, invece, gli si rivolta contro. E’ di pochi giorni fa l’uscita di un documento di forte critica all’operato del primo cittadino, che porta la firma in calce dei consiglieri in quota PDL di moltissimi Municipi di Roma, contro cui uno stizzito Alemanno ha invocato “provvedimenti disciplinari”.  A testimoniare l’irriconoscibilita’ della politica alemanniana – ricordiamo che il sindaco proviene da quella DESTRA SOCIALE che fa degli interessi popolari la sua bandiera piu’ forte – e’ un fatto che accade in questi giorni nel quartierePigneto di Roma.  Un quartiere caro a Pasolini, costellato di case popolari di ferrovieri e popolino.

CONFUSIONE – La farmacia di via L’aquila , al centro del quartiere, che offre il suo servizio alla cittadinanza da svariati lustri, e’ sotto sfratto per le richieste “al limite dell’estorsione ” dei proprietari dei locali che hanno preteso, all’atto del rinnovo contrattuale, un incremeto del 300% del canone di affitto.  La querelle e’ andata a finire sul tavolo del sindaco che , attraverso solerti funzionari del V° Dipartimento “Promozione della Salute” di viale Manzoni, ha fatto sapere al direttore della farmacia che: ” la priorita’ e’ salvaguardare i diritti della proprieta’ anche a scapito dei servizi della cittadinanza”. Come era ovvio aspettarsi, la protesta monta tra la gente che non comprende per quale motivo debba essere sottratto un servizio ad anziani e malati solo per favorire la bramosia dell’ interesse privato.
Poiche’ il quartiere e’ stato sempre una enclave dove la sinistra raccoglie il 75% dei consensi, sono in molti a dare una valenza politica “punitiva” alla presa di posizione capitolina. Il paradosso e’ che il direttore della farmacia e’ egli stesso un rappresentante della Destra Sociale e dirigente del partito di Storace e si ritrova nella situazione di essere supportato nello scontro dalla sinistra e osteggiato dal sindaco in una incomprensibile confusione ideologica emblema del governo di Alemanno.

via Giornalettismo

***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!

0 commenti:

Posta un commento