sabato 14 novembre 2009

Il Tg5, il Giornale e la bufala del taglio delle tasse


Il Tg5 traccia il solco, il Giornale lo difende. In un fantastico servizio intitolato niente popò di meno ché “Primo taglio per le tasse. A novembre meno tasse per artigiani e partite iva“, il telegiornale diretto da Clemente J. Mimun esordiva così per raccontare il provvedimento del governo varato ieri dal Consiglio dei Ministri: “Arrivano nuovi alleggerimenti fiscali sull’Irpef. Tre miliardi e 600 milioni di euro il valore complessivo del decreto. La decisione sarà presto operativa e riguarda la quota di tasse dovute con gli acconti di novembre. Che verrebbe ridotto in modo sostanzioso, dal 99% del dovuto al 79%. A beneficiare della riduzione sarebbero in particolare le microaziende personali e i titolari di partite Iva che pagano le imposte con il modello unico, e ai redditi aggiuntivi. L’obiettivo primario del decreto è sostenere i bilanci delle famiglie per aiutare i consumi e la ripresa economica“. E siccome tra gli House Organ del Cavaliere le cose o si fanno bene o non si fanno per niente, ecco che anche Il Giornale Famiglio replica la cantilena: “Tasse, sconti per le famiglie. Regalino di Natale agli italiani. Il governo taglia l’acconto Irpef di fine anno: uno sgravio di 3,8 miliardi - 200 milioni in più di quelli dichiarati dal Tg5, ma cosa vuoi che siano alla fin fine? - e un po’ di ossigeno per i contribuenti“.

Ora, non è certo per cattiveria intrinseca che bisogna far notare in primo luogo che il provvedimento, così com’è, riguarda un segmento ben preciso della platea dei contribuenti: a beneficiare dello sgravio saranno le piccole e medie imprese, le ditte individuali, le società di persone e le imprese che versano, oltre al “popolo delle partite Iva” e i lavoratori dipendenti percettori di altri redditi. Cioé, storicamente, un settore che fa casualmente anche parte dello zoccolo duro dell’elettorato del PdL. E che, per quanto riguarda le Pmi, avrebbe bisogno di ben altro tipo di aiuto, così ad occhio. I “normali” lavoratori dipendenti da tutto ciò sono esclusi, e con questa mossa possono anche dire addio al progetto di un taglio strutturale delle tasse effettuato utilizzando i proventi dello scudo fiscale. Perlomeno fino a giugno.

Ma fosse solo questo, pazienza. Il problema è che invece non è possibile far passare un provvedimento del genere come un taglio delle tasse. A farlo notare, tra gli altri, è Oscar Giannino su Chicago-Blog: “Non è un taglio alle tasse, né per dritto né per rovescio. E’ un mero spostamento in avanti della somma dovuta allo Stato. Invece che pagare il 99% a dicembre, si pagherà una ventina di punti in meno oggi per conguagliare l’intero resto dovuto nel prossimo maggio. L’effetto di tale misura, dunque, è di pura liquidità temporanea. Tonnellate di studi e verifiche emipiriche di ogni orientamento – keynesiano e antikeynesiano – comprovano che tali misure hanno un effetto trascurabile sui consumi e nullo sugli investimenti, poiché il contribuente sa benissimo che dovrà comunque a breve allo Stato ciò che oggi gli resta in tasca ma non è già più suo. L’unico effetto è di pagare meno interessi passivi, se sta in rosso sul conto bancario. E di rinviare il redde rationem, se aveva praticamnete già finito la liquidità al pagamento dell’imposta”. Insomma, nessun regalo. Semmai trattasi di prestito, fatto per lasciare temporaneamente qualche soldo nelle tasche di alcuni in previsione dei consumi del Natale e delle Regionali del 2010. Poi, bisognerà restituire tutto o quasi, anche quello che nel frattempo si è speso. Niente male, per un governo che doveva tagliare le tasse e tagliare la spesa, come da programma elettorale. No?

via Giornalettismo

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