domenica 1 novembre 2009

Mail dal Comune di Verona: "Si festeggia la marcia su Roma, è gradita la camicia nera"


A Verona la «festa ufficiale» si è tenuta regolarmente. E altrimenti non potrebbe essere stato, per chi soffre di una certa «nostalgia». Per quelli che, come lui, il 28 ottobre del 1922 se lo tengono appuntato sul calendario, quasi alla stregua di un natale. Ci ha messo pure un’Arena illuminata, il presidente dell’Amt Massimo Mariotti, in quell’invito a nome della «destra sociale di Verona», con tanto di logo dei «circoli Nuova Italia» per ricordare - e la data non è una casualità - quello che accadde 87 anni fa. Vale a dire la marcia su Roma, quella che decretò l’ascesa al potere del partito nazionale fascista. Che Mariotti - quota An, vicino proprio a quella «destra sociale » che tanto fa pendant con il sindaco di Roma Gianni Alemanno - sia un «nostalgico» non è neanche una notizia. Ma a far storcere più di qualche naso - e non solo - è stato il modo di «recapitare» l’invito a quella «festa».

Già, perchè il presidente dell’Amt il tutto lo ha mandato tramite mail. Liberissimo di farlo, hanno pensato in molti. E ci mancherebbe. Se non fosse per un dettaglio, neanche tanto trascurabile. Che l’invito a quell’iniziativa alquanto «nostalgica » - che nulla ha a che fare con il suo incarico pubblico, in teoria - il nostro lo ha inviato da un account di posta del Comune di Verona. L’account che è a disposizione di ogni consigliere e rappresentante politico di palazzo Barbieri. Insomma, Mariotti la festa in ricordo della marcia su Roma l’ha inviata con la mail del Comune, tanto che sotto all’invito fanno bella figura di sè due righette in cui è specificato che «il Comune di Verona non assume alcuna responsabilità riguardo al contenuto e alle opinioni espresse nel messaggio, che deve essere ricondotto esclusivamente al suo autore...». Mai specifazione fu tanto lungimirante. Perchè Mariotti, in tema di messaggi nostalgici inviati con l’account pubblico, è alquanto renitente. All’inizio di ottobre, dallo stesso indirizzo di posta elettronica del Comune, aveva esteso un altro invito. «Domenica 18 ottobre gita al Vittoriale degli Italiani di Gabriele D’An­nunzio. Ricordo dei legionari fiumani. Sono graditi labari e gagliardetti di rappresentanza e natural­mente la Camicia Nera ».

A parte l’uso del nome proprio per un capo d’abbigliamento il cui rimando politico è chiaro a chiunque, il tutto è stato inviato, appunto, da quell’account pubblico. Che, evidentemente, Mariotti ha più che utilizzato per sue iniziative, che con la res publica poco hanno a che fare. Come per la cena tricolore dello scorso 17 settembre. «Puoi - è scritto nel la mail inviata sempre tramite la posta di palazzo Barbieri - allargare l'invito ai simpatizzanti della Destra Sociale... E' gradita la Camicia Nera. Max». Anche qui il maiuscolo nostalgico. Tan t’è. Che «Max» non sia nuovo a queste «uscite» è cosa nota. Ma è l’uso di quell’account che non torna. «Il Comune - fa sapere il sindaco Tosi farà le verifiche opportune e se risulterà un utilizzo improprio dell’account verranno presi i provvedimenti del caso». Sarà. Ma intanto è da capire come mai Mariotti quell’indirizzo lo abbia ancora in uso, visto che da capogruppo in consiglio comunale di An si è dimesso due anni esatti fa, quando lo stesso Tosi lo ha nomina to presidente dell’Amt.

Lui, il «Max» ha una giustificazione per tutto. «Quelle sono iniziative politiche - sbotta - e io sono qui per un incarico pubblico, quindi posso usare quell’account...». Poi il tiro anche uno «tutto d’un pezzo» come lui capisce che è meglio correggerlo. «Quella mail ce l’ho ancora in uso perchè ho un incarico in un’associazione... Ho fatto un errore, ho anche un indirzzo mio, mi sarò confuso a mandare le mail...». Confusione che, evidentemente, dura da tempo. «E poi mica ho fatto un uso smodato della cosa pubblica. Non vado a fare la spesa con le auto blu. Non c’è alcun costo per il Comune». In realtà il costo, minimo per carità, c’è. E poi saranno anche bruscolini, ma il con­cetto non cambia. «La camicia nera? È in senso ironico. Negli inviti di solito si parla di abuto scuro e io uso la camicia nera con quel tono...». E con le maiuscole.

Poi s’inalbera. «I politici dice - si devono valutare e confrontare su atti concreti, non su queste cose. Se i giornali devono vendere, scrivete pure, saranno gli elettori a decidere». Non solo loro. Perchè adesso l’«uso» e i toni di quelle mail andranno anche al vaglio dei colleghi di «Max». «Se ha fatto un uso scorretto di quell’indirizzo di posta - gli fa eco il coordinatore cittadino del Pdl, Massimo Giorgetti - ne risponderà personalmente, come ogni membro del partito. E le sue 'rimem­branze' sono delle cretinate...». Mariotti è recidivo non solo con la rete virtuale, visto che un anno fa aveva vergato una lettera a un consigliere comunale con un «Caro saluto nel segno di Roma». Allora Tosi aveva bollato il tutto con una «gogliardata». «Mica ho mandato quella mail urbi et orbi - continua il Max - solo a degli amici». Quindi lui che è «qui per un incarico pubblico», usando la cosa pubblica, gli inviti li ha fatti solo ad alcuni. Non che i veronesi si siano accalcati, per entrare, ieri sera. Ma sarà da vedere se anche questa volta il tutto sarà archiviato come la «gogliardata» di un anno fa.

via Corriere del Veneto

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