martedì 3 novembre 2009

Si prospetta lo scontro finale


Nel caso di un'eventuale condanna giudiziaria, Berlusconi non si dimetterebbe: lo ha dichiarato il premier stesso a Vespa; ma il bello è che non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, delle sue dimissioni, e il motivo è dovuto a quattro semplici parole: interdizione dai pubblici uffici.
La prassi vuole infatti che, in caso di condanna a tre anni, venga interdetto al condannato di avere incarichi pubblici. Non è una legge scritta apposta contro Berlusconi, non sarebbe un sovvertimento della democrazia o chissà cosa: è una pena accessoria che scatta in automatico per tutti.
E visto che i processi in cui è imputato prevedono proprio, come minimo, tre anni di pena, Berlusconi sarebbe automaticamente escluso dalla politica. Napolitano a quel punto sarebbe costretto a cercare una nuova maggioranza all'interno del Parlamento: alternativamente si andrebbe alle elezioni, a cui Berlusconi ovviamente non potrebbe partecipare perché interdetto dai pubblici uffici.
Questo è quello che prevede la legge, ad oggi. Ma ci siamo accorti, negli ultimi anni, che Berlusconi e la legge non sempre hanno la stessa prospettiva.
Se il premier, condannato e interdetto dai pubblici uffici, si opponesse al naturale svolgersi della legge, assisteremmo allo scontro finale, al definitivo strappo alla Costituzione, al vero e proprio colpo di Stato.

***
Diventa fan della Libertà di Stampa
o seguici su Twitter!

0 commenti:

Posta un commento