REGOLE – Peccato che l’articolo 13, comma 4, della Costituzione punisca ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà mentre l’art. 27 sancisca che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. «Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto…». Il caso in questione è oggetto di un’interrogazione parlamentare da parte della radicale Bernardini che ha chiesto al Ministro della Giustizia Angelino Alfano l’accertamento delle responsabilità sulle presunte violenze avvenute nel carcere di Castrogno. Se le brutalità e le violenze che avvengono in carcere non siano solo casi isolati, ma una sinistra prassi usata dalla Polizia Penitenziaria questo è l’interrogativo che suscitano i dati emersi dal dossier «Morire di carcere» e gli ultimi episodi di cronaca. E indubbio che il sovraffollamento delle carceri renda l’esasperazione di quei luoghi insostenibile, talvolta aggravato dalla carenza di figure professionali, come educatori e psicologi. Il popolo dei detenuti in Italia, stando ai conti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, ammonta a 64.979 unità, rispetto ad una capacità delle strutture di accoglierne circa 43.000. E sono dati che tendono ad aggravarsi considerando che a fronte dell’aumento costante dei detenuti, a diminuire per effetto dei tagli della Finanziaria sono gli agenti di polizia penitenziaria che dall’inizio dell’anno sono passati da 39.156 a 38.549 negli ultimi mesi, con una scopertura dell’organico del 15% , percentuale che in talune regioni è anche più allarmante.
COSA FARE? – Se non verranno presi dei provvedimenti sull’emergenza del sovraffollamento delle carceri nel 2012 il trend costante di crescita della popolazione carceraria potrebbe raggiungere la cifra record di 100.000 detenuti, con un gap di oltre 40.000 posti letto in più rispetto alla capienza limite. «Oltre il tollerabile» infatti è il titolo del Sesto rapporto sulle carceri dell’Associazione Antigone. Oltre a mettere in evidenza la difficile condizione di sovraffollamento e degrado il rapporto avanza una proposta di legge composta da tre articoli: 1) abrogazione della norma della legge sull’immigrazione che prevede la carcerazione per chi non ottempera all’obbligo di espulsione; 2) abrogazione dell’articolo 73 della legge sulle droghe che prevede pene severe per lo spaccio di sostanze stupefacenti; 3) abrogazione delle norme della legge ex Cirielli che prevedono inasprimenti di pena e esclusione dai benefici per i recidivi. Una legge che consentirebbe, in attesa della costruzione di nuovi istituti di pena sul territorio, un provvisorio tampone per l’insostenibilità dell’attuale emergenza in atto.
via Giornalettismo
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