Tg1, 20 e 00: va di nuovo in onda il Minzolini-pensiero. Il direttore nominato nell’era Berlusconi stavolta dedica il suo spazio di libbberopenziero all’immunità parlamentare: "E’ presente in Germania, Inghilterra, Spagna e altri paesi europei. E’ prevista anche per chi viene eletto al parlamento europeo, tanto che parlamentari come Di Pietro e D’Alema ne hanno usufruito", dice Augusto Pinocchiet.
E già da qui si capisce dove vuole andare a parare. "In Italia l’abolizione dell’immunità è stato un atto di sottomissione della politica ai giudici", dice infatti subito dopo, spiegando che il clima politico dell’era di Tangentopoli aveva costretto i parlamentari a rinunciare a quello che era un loro diritto da tutelare. E poi continua ricordando che la stagione di impazzimento della politica è stata talmente folle che anche i magistrati hanno fondato un partito (a Di Pietro saranno fischiate le orecchie?). Infine chiude: "L’abolizione dell’immunità parlamentare ha creato un vulnus nella politica, ora occorre che quel vulnus sia sanato".
PER LA PRECISIONE – Ora, per la precisione si dovrebbe ricordare che quanto detto da Minzolini è solo parzialmente vero: l’immunità parlamentare non è sparita dal nostro ordinamento. Spiega infatti Wikipedia che, in base all’articolo 68 della Costituzione, "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.» È quindi consentito: sottoporre ad indagini i parlamentari senza richiedere l’autorizzazione della Camera di appartenenza, arrestare il parlamentare in presenza di una sentenza irrevocabile di condanna e mettere in arresto il parlamentare nel caso in cui sia colto nell’atto di commettere un reato per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Mentre non è consentito all’autorità giudiziaria, senza la preventiva autorizzazione della Camera: sottoporre a perquisizione personale o domiciliare il parlamentare, arrestare o privare della libertà personale il membro del Parlamento ad eccezione di una sentenza irrevocabile o della flagranza, e procedere ad intercettazioni delle conversazioni o comunicazioni e a sequestro della corrispondenza".
DUE CASE HISTORY – Insomma, questa tirata editoriale non avrebbe ragione d’essere. Forse, al suo posto, sarebbe stato più interessante per il Tg1 regalare un approfondimento sul caso del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, del quale proprio oggi è stata chiesta una misura cautelare al Parlamento. Magari spiegando perché è accaduto tutto ciò, visto che magari i telespettatori non sono a conoscenza di tanti retroscena. Ma Minzolini bisogna capirlo, pora stella. Oggi sono in preparazione e allo studio una serie di provvedimenti che serviranno a salvare Berlusconi dai processi in corso. E posto che la Caserma della Libertà (copyright Gianfranco Fini) si turerà il naso e li voterà (anche i duri e puri leghisti, che riceveranno in cambio la candidatura in almeno una regione sicura e prestigiosa), bisogna anche preparare il popolo a tutto ciò. Parigi val bene una messa, l’immunità val bene un editoriale sul tg1.
via Giornalettismo
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